Il livestreaming nasconde diversi rischi per chi guarda e chi trasmette. Ecco come proteggere bambini e ragazzi con 3 semplici consigli di psicologia.
Il livestreaming può sembrare un gioco, ma a volte diventa pericolosamente reale. Ad agosto 2025, la piattaforma Kick è finita al centro di una tragedia che ha scioccato la Francia e l’intera comunità online. Lo streamer Raphaël Graven, conosciuto come Jean Pormanove, è morto durante una diretta durata quasi due settimane, in cui era stato sottoposto a violenze e umiliazioni sotto gli occhi di migliaia di spettatori.
Questo episodio estremo mostra con chiarezza un punto: le dirette streaming, molto amate dai più giovani, possono trasformarsi in un terreno rischioso se non ci sono regole e protezioni adeguate. I pericoli principali sono l’esposizione a contenuti inappropriati, il cyberbullismo e l’adescamento online.
In questo post parliamo dei pericoli del livestreaming per bambini e ragazzi e di come controllarlo in modo efficace e collaborativo.
In questo articolo:
- Pericoli delle dirette streaming
- Cosa rischia chi trasmette
- Cosa rischia chi guarda
- Cosa devono fare i genitori
- 3 trucchi psicologici per far rispettare le regole
Buona lettura!
Perché il livestreaming attira i più giovani
Probabilmente molti di voi, soprattutto se appartenenti alla Generazione X o a quella ancora precedente, si chiederanno perché la dirette streaming sono così interessanti e coinvolgenti per bambini e ragazzi.
Il punto è che per molti di loro le dirette online non sono solo intrattenimento, ma un modo per sentirsi protagonisti. Il livestreaming offre visibilità immediata: basta andare in diretta e, in pochi secondi, amici e sconosciuti possono guardare, commentare e reagire.
E poi c’è il fattore interazione: a differenza dei video registrati, le dirette permettono di parlare in tempo reale con chi guarda, ricevere messaggi e rispondere sul momento.
Infine, il livestreaming dà un forte senso di appartenenza: intorno a uno streamer o un canale famoso si creano intere community di fan che parlano, interagiscono e sentono di appartenere a un gruppo di persone simili a loro.
Per tutti questi motivi, le dirette streaming sono un formato che piace moltissimo a bambini e ragazzi, soprattutto agli adolescenti, e il cui accesso deve essere regolato per non esporre questo tipo di pubblico ai rischi che comporta. Vediamoli insieme!
Pericoli delle dirette streaming
Il livestreaming è un fenomeno particolare dal punto di vista della sicurezza informatica, perché presenta dei rischi sia per chi trasmette video in diretta sia per il pubblico che guarda.
Rischi per gli streamer
Innanzitutto, bisogna considerare che molti bambini e ragazzi vogliono avvicinarsi al mondo delle dirette streaming anche se non hanno ancora le competenze necessarie per gestire queste attività, sia dal punto di vista tecnologico sia da quello emotivo e psicologico.
Vediamo quali sono i principali rischi per chi trasmette video in diretta:
- Condivisione involontaria di dati personali. Durante le dirette, i più giovani possono controllare più difficilmente la propria privacy e i dati che condividono, a volte anche in modo indiretto, ad esempio mostrando dettagli della propria abitazione o altre persone che vivono con loro.
Alcuni criminali informatici ne approfittano per carpire questi dati e utilizzarli per violare i loro account online.
- Contatti indesiderati o pericolosi nei commenti e nei DM. Le dirette streaming attirano anche un pubblico pericoloso, come adescatori o criminali, che può approfittarne per creare un vincolo con lo streamer e cercare di spostare la conversazione su altri canali più privati.
- Umiliazioni e insulti in tempo reale. Il pericolo più diffuso è probabilmente l’esposizione al cyberbullismo. Come nel triste caso di cronaca che abbiamo citato all’inizio di questo post, il livestreaming è un contesto in cui si sviluppano molti abusi e umiliazioni, che inoltre si intrecciano spesso con il bullismo nel mondo offline.
Questi abusi possono avere conseguenze deleterie sulla salute mentale ed emotiva dei ragazzi – più delicati da questo punto di vista – e possono incidere sulla loro vita sociale e scolastica.
Come si vede, le dirette streaming sono rischiose innanzitutto per chi trasmette, perché si espone al pubblico e a una serie di comportamenti e reazioni che non sempre sono positive, etiche o addirittura legali.
Rischi per chi guarda le dirette
Oltre a chi trasmette e crea i contenuti, il pubblico di bambini e ragazzi si espone a una serie di rischi spesso sottovalutati da genitori ed educatori:
Contenuti inappropriati
Tanto per cominciare, l’accesso a piattaforme di livestreaming poco o mal moderate, come Kick, può esporre i ragazzi a contenuti che non dovrebbero vedere, perché non sono ancora pronti per interpretarli e consumarli in sicurezza. Parliamo di contenuti di natura sessuale, discorsi di odio, contenuti estremisti, violenti, razzismo e molte altre forme di comunicazione pericolosa.
I genitori devono fare particolare attenzione a questo rischio delle dirette streaming per i più giovani, perché l’esposizione a contenuti di questo tipo può causare confusione e problemi psicologici anche gravi.
Disinformazione
Le dirette streaming sono un canale di diffusione di fake news e opinioni fuorvianti. I più giovani tendono a emulare gli streamer e assimilare ciò che dicono con pochi filtri e poco scetticismo, per cui è importante controllare cosa “imparano” durante queste dirette.
Sfide pericolose
Periodicamente, online diventa di moda una nuova sfida – le cosiddette challenge, in inglese – che a volte può essere innocua e divertente, e altre volte può diventare pericolosa o abusiva nei confronti del pubblico, dello streamer o di altre persone. Due esempi recenti sono la Chromebook Challenge e la sfida del Benadryl, in cui gli streamer assumono dosi eccessive di difeniramina per sperimentare stati di allucinazione in diretta.
Commenti aggressivi e bullismo
Il cyberbullismo colpisce ovviamente anche il pubblico delle dirette streaming, che si espone alle reazioni degli altri partecipanti e può essere l’inizio di vere e proprie persecuzioni.
Esclusione o pressione sociale
Il format della diretta streaming è particolarmente immersivo e interattivo, per cui, quando va storto, può fare sentire il ragazzo escluso dal gruppo o, al contrario, costretto ad assumere determinati comportamenti che altrimenti non avrebbe. In alcuni casi, questa dinamica alimenta ansia, bassa autostima o la sensazione di non essere “abbastanza” per la propria cerchia sociale online.
Adescamento
Uno dei canali preferiti dai groomer, gli adescatori di minori online, sono le community online, come quelle di gioco, le fandom o i canali di livestreaming di determinati creator. Sono il posto ideale per iniziare una relazione in modo spontaneo e poi chiedere contatti più personali o di spostare la conversazione su canali privati.
Riassumendo, i principali rischi delle dirette streaming sono di 3 tipi: violenza fisica e sessuale, bullismo e social engineering. Si tratta di pericoli seri e in forte crescita negli ambienti online, che fanno discutere spesso sulla necessità di una migliore moderazione dei contenuti e controllo dell’accesso alle piattaforme.
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Perché i ragazzi si espongono così tanto
Dietro al successo del livestreaming tra i più giovani ci sono vari fattori psicologici. Molti adolescenti cercano approvazione sociale: ogni like, commento o nuovo follower diventa una conferma del proprio valore agli occhi degli altri. La diretta streaming, con la sua immediatezza, amplifica questa dinamica perché offre una reazione in tempo reale, molto più intensa e veloce rispetto alle interazioni “normali” offline.
C’è poi il bisogno di visibilità: in un mondo in cui i social premiano chi riesce a catturare l’attenzione, i ragazzi vedono nelle live un’occasione per distinguersi, per farsi notare e magari immaginano di poter diventare un influencer o una streamer di successo.
Il livestreaming risponde anche al desiderio di appartenenza: condividere momenti personali, partecipare alle challenge o interagire con una community li fa sentire parte di un gruppo e riduce la paura di essere esclusi e soli.
Tutto questo si intreccia con una caratteristica tipica dell’età: la difficoltà a valutare le conseguenze a lungo termine. Il cervello degli adolescenti è ancora in fase di sviluppo, soprattutto nelle aree legate al controllo degli impulsi e alla percezione del rischio. Per questo, la ricerca di emozioni forti o di consenso immediato può prevalere sulla capacità di riconoscere i pericoli reali legati a ciò che condividono online.
Ed è proprio per questo motivo che gli adulti devono intervenire e stabilire delle regole di utilizzo.
A volte, con il dialogo, è possibile far emergere necessità e poi proporre le regole come una soluzione ai problemi e non come un limite.
Come regolare l’uso del livestreaming tra i più giovani
La prima reazione di un genitore preoccupato è proibire o limitare, imponendo regole spesso giuste, ma che possono finire per non essere rispettate. Vediamo cosa devono fare genitori ed educatori e qualche trucco psicologico per ottenere i risultati sperati.
Innanzitutto, i genitori dovrebbero:
- Parlare del problema apertamente e con rispetto. I ragazzi hanno le loro motivazioni e i loro limiti, vanno presi in considerazione e ascoltati, e soprattutto non bisogna proibire senza spiegare il motivo.
- Dare regole semplici ma chiare su dove, quando e come usare queste piattaforme. Troppe regole possono confondere, mentre una sola regola tassativa e radicale può non essere compresa e accettata. Bisogna trovare il giusto equilibrio, ad esempio una regola per ogni piattaforma, massimo 3 piattaforme.
- Usare gli strumenti di controllo con equilibrio. I programmi di parental control sono fantastici, ma bisogna usarli nel modo giusto, ovvero non per bloccare completamente l’accesso a dispositivi e app, ma piuttosto per monitorare e bloccare i contenuti veramente pericolosi.
- Mostrare un uso sano e consapevole della tecnologia. Proibire non serve a niente se poi nella pratica di tutti i giorni mostriamo un comportamento diverso. Non possiamo chiedere a un ragazzo di 12 anni di non guardare le dirette di YouTube perché “fanno male” e poi scorrere per due ore il feed di TikTok con le ultime registrazioni dei podcast live che ci piacciono.
Già applicando questi principi, la nostra comunicazione sarà molto più persuasiva e il rapporto più equilibrato, orizzontale ed efficace.
3 trucchi psicologici per far rispettare le regole
In più, la psicologia ci insegna 3 semplici trucchi per far rispettare le regole sull’uso di social, schermi e live streaming:
1. Coinvolgimento attivo
Stabilisci le regole insieme ai tuoi figli (o i tuoi studenti). Non presentarti con una serie di proibizioni e requisiti da rispettare ciecamente, ma coinvolgi i diretti interessati nel processo di creazione delle regole. In questo modo i ragazzi si sentono ascoltati, capiti e seguiranno più facilmente le regole perché sentiranno di averle decise insieme.
2. Rinforzo positivo
Fa sempre bene premiare i comportamenti positivi e conformi alle regole che stabiliamo, soprattutto se poi vogliamo “punire” le infrazioni. Rinforzare positivamente la responsabilità e la coscienziosità nei ragazzi è ancora più importante che consolidare comportamenti specifici, perché nel lungo termine li aiuta ad abituarsi a prendere decisioni e pensare alle conseguenze.
3. Empatia
Uno degli scogli più grossi, soprattutto durante l’adolescenza, è la difficoltà di comunicare ed empatizzare con i ragazzi. Per questo è fondamentale ascoltarli ancora prima di esigere il rispetto delle regole.
Cosa piace a tua figlia? Perché segue le sue streamer preferite? Cosa cerca online? Di cosa ha paura? A volte, con il dialogo, è possibile far emergere necessità e poi proporre le regole come una soluzione ai problemi e non come un limite privo di senso.
Queste strategie possono sembrare difficili da applicare all’inizio, ma in realtà si basano tutte sull’ascolto e sulla comprensione, cercando di creare un ambiente positivo, in cui genitori e figli collaborano per ridurre al massimo i rischi delle dirette streaming e godersi gli aspetti positivi e divertenti.
In questo articolo abbiamo visto quali sono i rischi del livestreaming per bambini e ragazzi, sia per chi trasmette che per chi guarda, e abbiamo parlato di come e perché è necessario regolare l’accesso a questo formato di contenuti online.
Infine, abbiamo condiviso alcuni consigli di psicologia per aiutarti a comunicare con i più giovani su questo argomento e proteggerli dai pericoli delle dirette streaming senza causare rigetto e rabbia.
E tu, guardi mai dirette streaming? Hai mai assistito a qualche episodio spiacevole? Raccontacelo nei commenti!
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Buona navigazione e buon accesso sicuro alle dirette streaming!