Il nuovo sondaggio di Panda svela come italiani ed europei percepiscono i problemi di cybersecurity. Te lo raccontiamo in una serie di 5 post!

Con questo articolo inauguriamo una serie di 5 post sul sondaggio di cybersecurity che abbiamo commissionato all’agenzia Mac Lucan, con l’obiettivo di comprendere in che modo italiani, spagnoli, francesi e tedeschi percepiscono la sicurezza informatica. Al sondaggio hanno partecipato 4041 persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni, con una rappresentazione equilibrata delle fasce di età, genere e regione di provenienza.

Il sondaggio comprende 27 domande a risposta multipla su 5 argomenti principali:

  1. Reti sociali e influenza online
  2. Domotica e intelligenza artificiale
  3. Sicurezza dei minori
  4. Molestie e violenza di genere online
  5. Privacy dei dati

Nei prossimi mesi pubblicheremo dei post sui risultati di queste 5 categorie, confrontando la percezione degli italiani con la situazione reale e concludendo con alcuni consigli di sicurezza specifici. In questo post parliamo di cosa pensano gli italiani dei social network e della persuasione online. Continua a leggere!

Più di 1 italiano su 3 non sa quali e quanti dati condivide con i social network e quali sono i rischi.

Cos’abbiamo scoperto

In questo primo post sui risultati del nostro sondaggio di cybersecurity, vogliamo condividere alcuni dati sulla percezione degli italiani riguardo alle reti sociali, ai dati che condividono su di esse e come vengono utilizzati, ai rischi associati, ai profili e alle notizie false e al potere persuasivo di queste fonti.

Ecco le cifre più significative del sondaggio su questo argomento:

  • Più di 1 italiano su 3 non sa quali e quanti dati condivide con i social network e quali sono i rischi.
  • Il 64% degli italiani si preoccupa per i propri dati personali quando utilizza una rete sociale.
  • Più di 7 italiani su 10 pensano che i social network siano pieni di profili e pagine false.
  • Il 50% degli italiani non sa riconoscere una notizia falsa.
  • Solo 1 italiano su 3 crede che le fake news possano cambiare le opinioni delle persone.
  • Il 40% degli intervistati afferma di aver creduto a una notizia falsa e, in seguito, di averla condivisa a sua volta.

In generale, le cifre relative agli italiani sono molto simili a quelle delle altre popolazioni europee (soprattutto agli spagnoli) e alla media complessiva, ma con un’eccezione: riguardo alla percezione di quali e quanti dati personali condividono con i social network, gli italiani che dichiarano di non saperlo sono quasi il 40%, mentre la media europea si situa intorno al 33%.

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Volendo riassumere moltissimo, possiamo dire che italiani ed europei sono preoccupati dal modo in cui vengono utilizzati i loro dati personali online, soprattutto dai social network, e molti non sanno esattamente cosa dichiarano i siti al riguardo.

Questa mancanza di informazione e preoccupazione si traduce in un’aumentata sfiducia nei confronti delle grandi piattaforme, che si unisce alla paura di attacchi informatici, data breach e, non ultima, l’esposizione a fake news e profili falsi.

Molti intervistati hanno ammesso di aver creduto e poi condiviso una notizia che in seguito si è rivelata falsa, tramite un social network o una chat come WhatsApp. Una piccola percentuale di persone dà molta credibilità ai suoi contatti e alle fonti provenienti dai social, ma la maggior parte mostra una sana diffidenza, a cui manca però la consapevolezza del potere persuasivo della comunicazione online.

Quando troviamo una notizia su Facebook o Twitter, tendiamo istintivamente ad attribuirle credibilità.

Cosa possiamo fare meglio

Premettiamo che italiani ed europei (soprattutto nelle fasce della popolazione più adulta) sanno che condividere dati e utilizzare i social network può avere delle conseguenze negative. Il problema è piuttosto che non sanno quali possono essere i rischi concreti.

Con la domanda 25 del sondaggio, abbiamo mostrato ai partecipanti quali sono questi pericoli e abbiamo chiesto loro in che misura pensassero che ognuna di quelle cose potesse succedere a loro o fosse già successa.

I 3 rischi percepiti come più probabili o già successi sono:

  1. incorporazione in database di marketing
  2. condivisione dei dati personali con terzi e sconosciuti
  3. violazione dei profili

Qui è dove c’è un certo margine di miglioramento: ancora molte persone ritengono che i problemi di sicurezza informatica, in particolare quelli relativi ai social network, interessino altre persone o le grandi aziende, ma che sia difficile che possa succedere a loro di subire un ricatto online, un caso di revenge porn o un furto di identità.

Tuttavia, il dato che più colpisce di questa sezione del sondaggio è il rapporto delle persone con notizie e profili falsi: la maggior parte delle persone percepisce il problema, ammette di esserci caduta almeno una volta, ma pensa che la disinformazione non sia in grado di persuadere le persone e influire su processi sociali come le elezioni politiche o la formazione dell’opinione pubblica riguardo a temi importanti.

La disinformazione è un problema molto serio, fino al punto che il Governo ha dovuto combattere attivamente le fake news sui vaccini e il coronavirus, per impedire la diffusione di credenze infondate e comportamenti antisociali.

Il potere persuasivo delle fonti online è stato ampiamente studiato e dimostrato: le persone sono più facili da persuadere di quanto ci piaccia ammettere e i social network godono ancora di un’aura speciale per cui, nonostante diffidiamo delle piattaforme, quando troviamo una notizia su Facebook o Twitter tendiamo istintivamente ad attribuirle credibilità.

Consigli di sicurezza per i social network e contro la disinformazione

Per concludere, condividiamo alcuni consigli pratici su come utilizzare in sicurezza le reti sociali e come trattare l’informazione online:

  • Leggi la politica sul trattamento dei dati personali dei social network che utilizzi e regola di conseguenza le impostazioni della privacy e le autorizzazioni che concedi.
  • Rendi privati i tuoi profili e fai in modo che solo i tuoi contatti possano vedere informazioni e contenuti su di te.
  • Proteggi i tuoi account con l’autenticazione a 2 fattori e con password complesse e mai ripetute.
  • Fai attenzione ai messaggi e alle richieste di contatto che ricevi, alcune potrebbero essere tentativi di truffa (phishing) o l’inizio di un attacco informatico.
  • Denuncia molestie, abusi e altri comportamenti illeciti nei tuoi confronti alla piattaforma e alle autorità.
  • Impara a riconoscere i profili falsi e le fake news.
  • Non sottovalutare il potere persuasivo della disinformazione.
  • Se una notizia ti lascia dei dubbi, fai delle ricerche online per confermarla.
  • Controlla l’attendibilità delle fonti.
  • Verifica la genuinità delle notizie prima di condividerle.

Abbiamo inaugurato questa serie di 5 post sul nostro sondaggio di cybersecurity parlando delle reti sociali, della disinformazione e di come gli italiani si relazionano con questi due grandi argomenti. Abbiamo visto che moltissime persone hanno ancora paura che i propri dati vengano utilizzati in modo poco etico dai social network, ma sottovalutano la possibilità che i rischi di sicurezza legati alle reti sociali possano interessarli personalmente.

Infine, sempre più persone sono coscienti del problema della disinformazione online ma, anche in questo caso, sottovalutano la portata e l’impatto delle fake news. In qualità di specialisti della cybersicurezza, ti invitiamo a seguire il nostro blog per informarti regolarmente sulle questioni di sicurezza legate ai social network e all’influenza online. Una persona ben informata è un bersaglio molto più difficile da colpire per truffatori e propaganda!

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Buona navigazione e buon utilizzo consapevole dei social network!

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