Rispondiamo alle domande più frequenti sull’intelligenza artificiale, per capire come nasce, cosa fa e dove ci sta portando. Scopriamolo insieme!

L’intelligenza artificiale è uno dei grandi temi di questi anni; sta rivoluzionando molti settori e aspetti della nostra vita, da internet alle macchine intelligenti fino alle diagnosi mediche. Eppure, molte persone non sanno esattamente cosa si intende per intelligenza artificiale e quali tecnologie utilizza.

Per questo motivo, in questo post vedremo cos’è l’AI e risponderemo alle domande più diffuse su questo argomento, evitando tecnicismi e concentrandoci sugli aspetti più pratici e, come sempre, con un occhio di riguardo alla sicurezza informatica. Continua a leggere!

Che cosa s’intende per AI

Il termine intelligenza artificiale (in inglese Artificial Intelligence) indica una macchina costruita in modo da simulare il ragionamento umano. Oggi, questi compiti vengono affidati a software informatici e computer molto sofisticati e potenti. Idealmente, l’obiettivo è costruire un sistema che agli occhi di un osservatore sia indistinguibile da un altro essere umano (test di Turing).

Questo livello di sofisticazione richiede alcune caratteristiche che non sono ancora state raggiunte, come l’autoconsapevolezza e la capacità di prendere decisioni in modo autonomo. Questi, come vedremo a breve, sono anche gli aspetti che fanno paura dell’intelligenza artificiale e che hanno portato teorici come Stephen Hawking a mettere in guardia la società dallo sviluppo dell’AI.

Per adesso, quindi, i sistemi di intelligenza artificiale sono in grado di eseguire operazioni complesse in tempi ridotti rispetto agli esseri umani e simulandone le caratteristiche.

Chi ha inventato l’AI

L’intelligenza artificiale non è l’invenzione di una sola persona, ma un concetto nato dal contributo di diversi informatici e scienziati. Molte persone considerano Alan Turing l’inventore dell’intelligenza artificiale, ma in realtà Turing è il padre di tutta l’informatica come la conosciamo oggi (computer quantistici a parte).

Se proprio volessimo dare un nome e indicare una data, allora dovremmo orientarci verso l’informatico statunitense John McCarthy, che nel 1956 organizzò un congresso con altri scienziati e fondò un gruppo di ricerca che avrebbe dovuto creare una macchina in grado di riprodurre il ragionamento e l’azione umana.

“L’Intelligenza Artificiale sarà la più importante conquista dell’uomo, peccato che potrebbe essere l’ultima.”
Stephen Hawking

Dove si trova l’AI oggi

Non abbiamo il tempo di parlare di tutti i piccoli passi compiuti per arrivare al presente dell’AI (a questo scopo, ti rimandiamo a una spiegazione più tecnica su Wikipedia). Piuttosto, preferiamo concentrarci sulle applicazioni contemporanee dell’AI. Oggi, l’intelligenza artificiale è alla base di molti servizi e funzioni:

  • Medicina e ambito sanitario
  • Mercato azionario, borsa e applicazioni finanziarie
  • Logistica
  • Robotica industriale
  • Assistenti virtuali
  • Coordinazione del traffico
  • Programmazione
  • Chat automatizzate (chatbot)
  • Creazione di testi e immagini
  • Ricerca scientifica
  • Pubblicità digitale
  • Ottimizzazione di risorse
  • Sistemi di sorveglianza

Alcuni esempi concreti di applicazioni di intelligenza artificiale sono i sistemi di sicurezza delle smart car, gli assistenti come Alexa e Siri, i motori di ricerca su internet e i sistemi di riconoscimento dei virus.

In generale, oggi troviamo l’intelligenza artificiale applicata a tutte quelle operazioni che migliorano se dispongono di moltissimi dati, che i sistemi di AI fanno velocemente e in modo efficace sia grazie ai computer moderni (molto potenti) sia grazie alle nuove architetture software, ovvero a come funzionano i programmi di oggi.

Quali sono i tipi di AI più importanti

L’intelligenza artificiale utilizza varie tecnologie per compiere operazioni diverse, ecco quelle principali:

  • Machine learning (apprendimento automatico): sono programmi informatici che analizzano grandi quantità di dati alla ricerca di tendenze e correlazioni interne. In questo modo, il software “impara” i concetti e, se gli vengono date nuove informazioni, può ripetere le interpretazioni che ha appreso e fare previsioni.
  • Reti neurali: si tratta di programmi che simulano il funzionamento del cervello umano tramite le sinapsi, ovvero i dati vengono organizzati in nodi collegati tra loro; quando un collegamento si attiva più spesso, viene rafforzato e la rete neurale lo userà più spesso rispetto ad altri per fare deduzioni e creare correlazioni.
  • Deep learning: è una versione avanzata del machine learning, che utilizza reti neurali a più livelli. In questo modo, le informazioni che vengono utilizzate dal software per imparare non sono solo organizzate tra loro ma anche ordinate gerarchicamente in più livelli o strati, che permettono di analizzare elementi più complessi, come video o immagini.
  • Elaborazione del linguaggio naturale: queste tecnologie permettono alla macchina di comprendere e utilizzare il linguaggio umano e sono alla base delle chat automatizzate, degli assistenti vocali e dei sistemi più innovativi come ChatGPT.
  • Visione artificiale: una branca dell’AI utilizza sistemi in grado di riconoscere, analizzare e comprendere immagini e video. La visione artificiale comprende il riconoscimento di oggetti, il riconoscimento facciale e la segmentazione delle immagini.

Queste sono le tecnologie principali utilizzate dall’AI moderna, tutte ormai molto diffuse e impiegate in operazioni che a volte non immaginiamo nemmeno, come la diagnosi medica tramite analisi di immagini o la traduzione automatica.

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Quali sono i rischi dell’intelligenza artificiale

Come abbiamo accennato, alcuni teorici e scienziati hanno ipotizzato che l’intelligenza artificiale potrebbe arrivare a un livello di autonomia e potenza che potrebbe mettere in pericolo la vita umana (come raccontano molti film e romanzi di fantascienza, da Terminator a 1984).

È ancora molto presto per dire se queste persone hanno ragione; il loro contributo va preso in considerazione perché si tratta di menti brillanti e con una grande conoscenza dell’argomento. Tuttavia, a noi interessano di più i rischi presenti dell’AI per le persone, che riguardano soprattutto 3 grandi aree:

  1. Privacy. I sistemi di intelligenza artificiale sono in grado di elaborare enormi quantità di dati, ma non hanno la capacità di decidere quali dati trattare e come farlo. Questo dubbio è stato sollevato soprattutto a proposito di ChatGPT, che viene allenato con milioni di dati provenienti da internet e tra questi ci sono anche molte informazioni sensibili, cedute consapevolmente o meno. Nei prossimi anni, una delle sfide principali sarà sviluppare applicazioni di AI che rispettino la privacy delle persone.
  2. Persuasione. I sistemi di AI in grado di generare testi, statistiche, immagini e così via hanno una grande utilità informativa, ma utilizzate nel modo sbagliato possono contribuire a plasmare l’opinione pubblica, diffondere disinformazione e incidere negativamente sulla vita politica. Come vedremo a breve, un esempio di questo problema sono i deepfake e gli account automatizzati di fake news.
  3. Sicurezza fisica. Se un sistema critico come un acquedotto o la gestione del traffico di una città viene automatizzato e affidato all’intelligenza artificiale, c’è sempre il rischio che questa non sia in grado di svolgere il proprio compito in tutti gli scenari possibili o, peggio ancora, che il sistema venga hackerato e utilizzato per compiere azioni pericolose per la vita umana (i cosiddetti attacchi killware).

Questi sono i rischi reali e presenti dell’AI, al di là delle congetture sul futuro. In generale, il problema è e sarà sempre di più il modo in cui viene utilizzata l’intelligenza artificiale dalle persone, che può essere rispettoso dei diritti umani e dei valori etici oppure no.

L’AI presenta dei rischi per la privacy, la sicurezza e il diritto di informazione delle persone.

L’AI ruberà il lavoro alle persone

La risposta brevissima è “in parte sì”, ma come tutte le risposte brevi ha bisogno di alcune precisazioni. Tutte le nuove tecnologie migliorano l’efficienza delle operazioni umane, per cui possono ridurre il numero di persone necessarie per svolgere un certo compito o sostituirle tutte. Allo stesso tempo, però, la tecnologia ridefinisce il mondo lavorativo e crea nuove professioni, evidentemente legate alla tecnologia stessa e quindi basate sull’interazione con le macchine e l’intelligenza artificiale.

Inoltre, l’AI è già in grado di fare cose che fino a pochi anni fa avrebbe potuto fare solo una persona, ma questo non significa che sappia farlo bene o benissimo e che ci riesca in tutti i casi né senza la supervisione dell’essere umano.

Gli esperti prevedono che i lavori più interessati dalla rivoluzione digitale e dell’intelligenza artificiale saranno quelli legati ai servizi e basati sull’elaborazione di dati e sulla ripetitività delle operazioni.

Cosa sono i deepfake?

Quando si parla di intelligenza artificiale, molte volte compare la parola deepfake, che deriva dalla fusione di deep learning e fake (falso). Si tratta di video manipolati tramite programmi di intelligenza artificiale per simulare l’aspetto di un personaggio famoso e usati di solito con fini distruttivi, ad esempio per rovinarne la reputazione o per diffondere fake news.

I programmi di AI utilizzati per creare i deepfake analizzano una grande quantità di materiali audio e video sulla persona da simulare e ne riproducono l’aspetto e/o la voce. Non è (ancora) possibile creare deepfake di persone comuni, in quanto online non ci sono abbastanza video e immagini di queste persone.

Se vuoi approfondire questo argomento, ti consigliamo di leggere il nostro post sui deepfake in TikTok.

Cos’è ChatGPT?

Infine, quando parliamo di intelligenza artificiale non possiamo tralasciare ChatGPT, l’applicazione di AI del momento. Chat GPT è un LLM, Large Language Model, ovvero un modello linguistico di grandi dimensioni. Semplificando, si tratta di un programma di intelligenza artificiale basato sulle reti neurali e l’apprendimento automatizzato che analizza milioni di testi provenienti dal web e, in questo modo, ha imparato a parlare molte lingue e produrre testi in queste lingue.

Attenzione: i testi prodotti da ChatGPT si basano su documenti già pubblicati, per cui ChatGPT non è in grado di scrivere, ad esempio, un articolo su una notizia appena uscita. Inoltre, dato che non possiede la consapevolezza e la creatività umane, ChatGPT non è in grado di produrre testi esteticamente originali e belli come una poesia o un romanzo.

Infine, ChatGPT è stato addestrato con moltissimi documenti e non tutti contengono informazioni esatte, per cui alcuni risultati prodotti da questa applicazione potrebbero contenere fake news, pregiudizi, informazioni ingannevoli o incomplete.

In questo post abbiamo risposto ad alcune delle domande più frequenti sull’intelligenza artificiale, cercando di spiegarne il funzionamento generale e le capacità. Abbiamo visto quali sono i rischi e i limiti di queste tecnologie e quali sono le applicazioni più famose in questo momento. Ti invitiamo a continuare a informarti sull’AI e sugli ultimi sviluppi della cybersecurity sul nostro blog.

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Buona navigazione e buona scoperta dell’AI!