I contenuti delle conversazioni possono essere letti da revisori umani, per cui l’azienda avverte di non condividere dati personali.

Il problema è sempre lo stesso: vogliamo app potenti, che facciano cose strabilianti e che ci semplifichino la vita, ma non vogliamo rinunciare alla nostra privacy. È possibile? Questa è la domanda che si pongono milioni di persone ogni giorno, quando scaricano o iniziano a utilizzare un’app, ed è la stessa domanda che si pongono gli sviluppatori delle applicazioni.

Per quanto riguarda ChatGPT su iPhone, la risposta è “per ora no”, ma almeno l’azienda comunica in modo trasparente quali dati raccoglie e come li utilizza. In questo post parliamo di dati personali su ChatGPT, di privacy e AI e di come proteggere le nostre informazioni. Continua a leggere!

ChatGPT per iOS

ChatGPT è uno dei siti più utilizzati al mondo e molti sviluppatori disonesti ne stanno approfittando per lanciare app alternative o simili a pagamento. Per questo motivo OpenAI, l’azienda sviluppatrice, ha lanciato l’app di ChatGPT per iOS e funziona molto bene.

L’applicazione ha 2 grandi vantaggi: è gratuita e può essere utilizzata con la voce. Il problema, però, è che esamina in modo aleatorio il contenuto delle interazioni con gli utenti, raccolto e reso anonimo tramite la cancellazione di informazioni personali dai metadati.

Di per sé, si tratta di una cosa normale e comprensibile: l’azienda offre un servizio basato sui contenuti che trova online e sulle interazioni passate con gli utenti. Inoltre, ha bisogno di rivedere le conversazioni per capire quali errori commette il modello di linguaggio e correggerlo per continuare a migliorare la qualità delle conversazioni.

Il punto, come vedremo a breve, è che gli utenti dovrebbero avere la possibilità di non condividere queste informazioni. Per ora, invece, l’azienda ha aggiunto solo un avviso all’inizio dell’app per dire agli utenti di non condividere dati personali.

ChatGPT ha “bisogno” delle conversazioni degli utenti per migliorare ed evolvere, ma nel frattempo potrebbe raccogliere dati personali ed esporli al pubblico.

AI e privacy dei dati

Il rapporto tra trattamento dei dati personali ed AI è uno dei nodi più intricati che l’Unione europea sta cercando di sciogliere negli ultimi anni. La soluzione trovata dall’UE è l’AI Act, una proposta di legge dettagliata per regolamentare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Inoltre, il Garante della privacy italiano ha chiesto a OpenAI di apportare determinate modifiche a ChatGPT per renderlo conforme al GDPR e agli standard sulla privacy europei.

LEGGI ANCHE: ChatGPT è di nuovo disponibile in Italia

Come abbiamo accennato, la difficoltà nel trovare un giusto equilibrio tra utilizzo dei dati personali degli utenti e protezione della privacy vale per moltissimi servizi online, dato che la maggior parte di siti e app guadagna con la pubblicità, ma nel caso dell’AI è ancora più complicato perché si basa su grandi volumi di dati, ovviamente prodotti dalle persone.

Per capire meglio come si articola la questione iniziamo dal concetto di “dati personali”. Il Garante della privacy li definisce come “le informazioni che identificano o rendono identificabile, direttamente o indirettamente, una persona fisica e che possono fornire informazioni sulle sue caratteristiche, le sue abitudini, il suo stile di vita, le sue relazioni personali, il suo stato di salute, la sua situazione economica, ecc.

Il trattamento dei dati personali consiste nell’utilizzo dei dati relativi a un interessato da parte di un responsabile che opera per conto di un titolare (titolare e responsabile coincidono quasi sempre).

Ogni trattamento di dati personali deve avvenire nel rispetto dei principi fissati all’articolo 5 del GDPR, ovvero il Regolamento (UE) 2016/679:

  1. Liceità, correttezza e trasparenza del trattamento, nei confronti dell’interessato.
  2. Limitazione della finalità del trattamento, compreso l’obbligo di assicurare che eventuali trattamenti successivi non siano incompatibili con le finalità della raccolta dei dati.
  3. Minimizzazione dei dati: ossia, i dati devono essere adeguati, pertinenti e limitati a quanto necessario rispetto alle finalità del trattamento.
  4. Esattezza e aggiornamento dei dati, compresa la tempestiva cancellazione dei dati che risultino inesatti rispetto alle finalità del trattamento.
  5. Limitazione della conservazione: ossia, è necessario provvedere alla conservazione dei dati per un tempo non superiore a quello necessario rispetto agli scopi per i quali è stato effettuato il trattamento.
  6. Integrità e riservatezza: occorre garantire la sicurezza dei dati personali oggetto del trattamento.

Per informazioni più dettagliate, puoi visitare la pagina sui Principi fondamentali del trattamento del Garante della privacy.

I modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) come ChatGPT utilizzano grandi set di dati che possono contenere informazioni personali e già questo può rappresentare un problema, ma la questione diventa davvero spinosa quando l’applicazione salva ed elabora i dati inseriti nelle conversazioni, ovvero le frasi usate dall’utente per interagire con il servizio.

Privacy dell’app di ChatGPT per iOS

Come abbiamo visto, il problema dell’app per iOS non sta nell’uso dei dati personali in sé, ma nella mancanza di un’opzione che permetta all’interessato di negare il proprio consenso alla raccolta e utilizzo di tali dati durante le conversazioni.

Probabilmente, in futuro OpenAI renderà disponibile questa funzionalità, mentre per ora dobbiamo accontentarci dell’avviso iniziale con cui l’azienda ci sconsiglia esplicitamente di condividere dati personali nell’app perché potrebbero essere letti da revisori umani.

Per ora, è meglio non inserire dati personali di nessun tipo in ChatGPT e nelle altre app di intelligenza artificiale generativa.

Come proteggere i propri dati personali

La soluzione a livello globale è quella seguita dall’Unione europea negli ultimi anni: condivisione con tutele. Le Big Tech si stanno adeguando sempre di più, dopo le prime grosse multe pagate da Google, Facebook e così via, ma soprattutto per un motivo di trasparenza e reputazione, dato che gli utenti sono sempre più coscienti dell’importanza della privacy e del valore dei propri dati.

Detto questo, vogliamo condividere alcuni semplici consigli per aiutarti a proteggere i tuoi dati personali online:

  • Leggi l’informativa sulla privacy delle app e dei servizi in cui pensi di inserire dati personali.
  • Preferisci fonti e app ufficiali.
  • Informati sui livelli di privacy considerati accettabili dalle leggi italiane ed europee per valutare se le app e i siti che usi rispettano gli standard oppure no.
  • Condividi meno dati personali possibile, soprattutto nelle chat e nelle app di AI che non dispongono della crittografia end-to-end.
  • Fai valere i tuoi diritti: se pensi che un’app o un sito abbia violato la tua privacy, denuncialo al Garante o alla polizia postale.
  • Quando utilizzi ChatGPT, non inserire informazioni personali; quando l’app renderà disponibile la disattivazione del trattamento, usala.

ChatGPT non è diversa dalla maggior parte delle app e siti che hai usato finora, semmai ha di buono che comunica chiaramente l’uso che fa dei dati che raccoglie, avvertendo l’utente prima ancora che inizi l’interazione.

In attesa dell’approvazione del regolamento sull’AI e dell’adeguazione di OpenAI alle richieste del Garante italiano, la cosa migliore da fare è utilizzare le app di AI generativa con cautela, evitando di inserire dati personali e informazioni anche remotamente collegabili a persone reali.

CONTINUA A LEGGERE: 5 motivi per integrare ChatGPT nell’assistente domestico

Buona navigazione e buon utilizzo dell’app di ChatGPT per iOS!