Durante il Pride 2025 parliamo di sicurezza digitale e diritti online: scopri i consigli di sicurezza per la comunità LGBTIQ+ e come proteggere la tua identità su internet.
Giugno è il mese dell’orgoglio LGBTIQ+ in tutto il mondo. Per celebrare e mostrare il nostro sostegno alle persone LGBTIQ+, dedichiamo un post alle principali minacce che devono affrontare online, per sensibilizzare il nostro pubblico e condividere alcuni consigli e risorse utili.
Il mondo online è ancora poco sicuro per le persone LGBTIQ+, come dimostra il social media safety index di GLAAD: a parte TikTok con un 56%, tutte le altre grandi piattaforme di social media non raggiungono neanche il 50% come punteggio di sicurezza digitale.
Ogni giorno, queste persone si devono difendere da doxxing, attacchi, discorsi di odio e cyberbullismo, oltre a dover fronteggiare altri problemi come la sottorappresentazione o la rimozione di contenuti.
Per quanto riguarda il nostro paese, la situazione è ancora più preoccupante: l’Italia è 36ª su 49 paesi europei nella Rainbow Map di ILGA-Europe, uno strumento interattivo che valuta le nazioni europee in base alle loro leggi e politiche per le persone LGBTIQ+.
Non stupisce, quindi, che quasi due terzi delle persone LGBTIQ+ (63%) intervistate durante un sondaggio della Fundamental Rights Agency dell’Unione europea abbiano dichiarato di aver subito o assistito ad attacchi online.
Alla luce di questi indicatori, in questo post vedremo quali sono le minacce online per le persone LGBTIQ+ e cosa possono fare per proteggersi online.
In questo articolo:
- Cos’è il mese dell’orgoglio LGBTIQ+(Pride Month)
- Perché c’è bisogno del Pride
- Quali sono le principali minacce online per le persone LGBTIQ+
- Consigli di sicurezza per persone LGBTIQ+ e non binarie
- Risorse utili online
C’è bisogno del Pride perché, al di là dei loghi arcobaleno, la realtà di molte persone LGBTIQ+ italiane è ancora fatta di discriminazioni, insicurezza e invisibilità.
Pride Month 2025: il mese dell’orgoglio gay
Il Pride Month è una ricorrenza annuale che dura tutto il mese di giugno e ha l’obiettivo di sottolineare l’importanza della lotta per i diritti LGBTIQ+. Si celebra a giugno in ricordo dei moti scoppiati il 28 giugno 1969 al Stonewall Inn, un locale gay di Manhattan, in seguito a un intervento violento e discriminatorio della polizia.
Dal 2020, la maggior parte delle parate del Pride nelle principali aree urbane del mondo si svolge a giugno, anche se alcune città le organizzano in periodi diversi dell’anno.
In Italia, il primo Pride si è tenuto a Roma nel 1994, ma la prima vera manifestazione su scala nazionale è considerata quella del 1972 a Sanremo, in cui la comunità interruppe un convegno medico sulle terapie riparative (a quei tempi l’omosessualità era ancora considerata una malattia e si cercava quindi di curarla).
In questo breve articolo di Wired trovate il calendario dei Pride del 2025 in Italia.
Perché c’è bisogno del Pride (soprattutto in Italia)
Nel mondo c’è bisogno del Pride perché, al di là dei loghi arcobaleno e delle campagne di marketing di giugno, la realtà di molte persone LGBTIQ+ italiane è ancora fatta di discriminazioni, insicurezza e invisibilità.
Come abbiamo accennato, secondo la Rainbow Map 2024 di ILGA-Europe, l’Italia è al 36° posto su 49 paesi europei per la tutela dei diritti LGBTIQ+, dietro a paesi come Grecia, Croazia, Albania e Moldavia.
In Italia non esistono ancora:
- Leggi contro l’omotransfobia.
- Il matrimonio egualitario (esiste solo l’unione civile).
- Una legge che protegga le famiglie arcobaleno.
- Una legge chiara sul riconoscimento delle persone trans senza chirurgia o per via amministrativa.
Il Pride è necessario perché il 66% delle persone trans e non binarie ha subito discriminazioni a scuola o all’università (secondo un sondaggio di ISTAT-UNAR del 2024). E il 39% dei giovani LGBTQI+ ha pensato seriamente al suicidio almeno una volta nella vita, secondo i dati del Trevor Project. Il mese dell’orgoglio gay serve a far luce su queste realtà, e non per celebrare qualcosa di acquisito, ma per continuare a rivendicare ciò che manca.
Quando l’orgoglio è sopravvivenza: l’importanza del Pride anche online
Online, le cose non vanno molto meglio: le persone LGBTIQ+ subiscono doxxing, outing forzato e attacchi d’odio. Le app e i siti per incontri affrontano spesso violazioni di dati e attacchi cyber e, come abbiamo visto nella nostra introduzione, le piattaforme dei social media non sono assolutamente un luogo sicuro per le persone LGBTIQ+.
Il pride è indispensabile per tutti questi motivi e perché molte persone LGBTIQ+ vivono in famiglie, ambienti o addirittura paesi ostili, in alcuni dei quali la loro condizione può essere addirittura punita con la pena di morte. Perché il pride è un modo per dire a queste persone “non siete sole, noi vi vediamo”.
Insomma, il Pride non è solo una festa, ma soprattutto una forma di resistenza pacifica e chiassosa, che vuole ricordare a tutto il mondo quanto la battaglia per i diritti LGBTIQ+ sia ben lontana dall’essere vinta.
Quali sono i pericoli online per le persone LGBTIQ+
Le persone LGBTIQ+ sono più esposte ad alcune minacce online rispetto ad altre categorie a causa della propria identità di genere e del proprio orientamento. Vediamo quali sono questi pericoli con cui devono fare i conti tutti i giorni su internet:
Doxxing e outing non consensuale
Secondo i dati dei sondaggi di ISTAT e GLAAD che abbiamo citato finora, il problema principale per questo collettivo è l’esposizione forzata di dati e opinioni personali, in primis della propria identità di genere e del proprio orientamento sessuale.
La diffusione di informazioni in modo non consensuale non solo viola la privacy e la libertà personale, ma espone anche a rischi più concreti, come aggressioni verbali o fisiche, stalking, licenziamento e mille altri tipi di discriminazione online e offline.
Inoltre, il doxxing e l’outing non consensuale possono avere conseguenze psicologiche molto pesanti, soprattutto nei minori, che si trovano ad affrontare una situazione delicata quando non hanno ancora fatto outing (e in alcuni paesi e ambienti rischiano addirittura conseguenze legali).
Cyberbullismo e discorsi d’odio
Internet è piena di hater, troll e bulli, e tra le categorie più prese di mira ci sono ovviamente anche le persone LGBTIQ+. Secondo i dati più recenti, il 36% dei giovani LGBTIQ+ ha subito cyberbullismo.
Insulti, minacce, derisione e discorsi d’odio si diffondono a macchia d’olio online, da una piattaforma all’altra, e possono avere un impatto molto forte sulla salute psicologica di una persona, perché rimangono visibili e si accumulano nel tempo.
Inoltre, il bullismo online è accompagnato spesso da forme di bullismo fisico e offline, che rende questo fenomeno ancora più difficile da arginare.
Violazioni di dati nelle app LGBTIQ+
Diverse app di incontri online e di community LGBTIQ+ sono state colpite da data breach. Ad esempio, quest’anno un’app chiamata Gay Daddy: 40+ Date & Chat ha subito una violazione di circa 50.000 profili, che ha portato all’esposizione online di messaggi privati e persino della positività/negatività del test HIV degli utenti.
Queste informazioni vengono spesso usate per ricattare le vittime, come nel caso di chi non ha ancora fatto outing o lavora in aziende o ambienti poco gay-friendly.
Phishing e truffe mirate
In modo analogo all’uso delle informazioni personali trafugate online, alcuni criminali ricattano le persone LGBTIQ+ che vivono in paesi ostili, o le bersagliano con truffe mirate facendo leva sul bisogno, la fiducia o, al contrario, la paura delle vittime.
Contenuti abusivi e dannosi non rimossi
Molti social media sono lenti o inefficienti nel rimuovere post di odio, meme offensivi e video diffamatori. Come abbiamo riportato all’inizio, secondo il Social Media Safety Index 2025 di GLAAD, nessuna piattaforma ha ottenuto un punteggio sufficiente nella protezione degli utenti LGBTIQ+ (TikTok è la “migliore” con 56/100).
Esclusione digitale e censura
Infine, in alcuni paesi che criminalizzano la comunità LGBTIQ+, queste persone vengono oscurate e i loro contenuti censurati sui social media e le piattaforme online.
A seconda del livello di omofobia del paese, le vittime LGBTIQ+ possono subire dalla censura e limitazione della libertà di espressione al rischio di pene corporali, carcere o addirittura la pena di morte.
Questi sono i principali pericoli online per le persone LGBTIQ+ che, come abbiamo visto, non riguardano solo i paesi più retrogradi, ma anche quelli teoricamente più sviluppati, compresa l’Italia.
Usa le blocklist sui social, che ti consentono di nascondere parole, frasi o emoji dalla sezione dei commenti, per mitigare i discorsi d’odio e gli attacchi.
Consigli di sicurezza online per le persone LGBTIQ+
La chiave della sicurezza online per le persone LGBTIQ+ è proteggere la propria identità e rivelarla solo e nella misura in cui lo desiderano. Per riuscirci, fortunatamente hanno a disposizione alcune strategie e strumenti utili, come usare una VPN, regolare le impostazioni dei social network e chiedere aiuto ad associazioni e community online. Vediamoli più nel dettaglio:
Usa una VPN (rete privata virtuale)
La VPN maschera il tuo indirizzo IP e impedisce a ficcanaso, hacker, inserzionisti pubblicitari e provider di internet di tracciarti e sapere cosa fai online.
Controlla la privacy dei tuoi profili
Limita la visibilità dei contenuti e condividi solo ciò che è necessario. I profili pubblici sono visibili a chiunque, anche a persone ostili.
Usa password lunghe e uniche
Evita di riutilizzarle e utilizza un password manager, ovvero un programma di gestione delle password.
Attiva l’autenticazione a due fattori (2FA)
Per proteggere davvero i tuoi account, utilizzare sempre l’autenticazione a 2 fattori, meglio se tramite un’app come Google Authenticator o un fattore biometrico come l’impronta digitale.
Aggiorna regolarmente app e dispositivi
Gli aggiornamenti includono miglioramenti e nuove funzionalità di sicurezza, che contribuiscono a rendere i tuoi dispositivi e i tuoi dati molto più sicuri online.
Scopri quali informazioni sono disponibili su di te online
Puoi fare delle ricerche in modalità anonima o in incognito e poi richiedere la rimozione dei dati che non vuoi rivelare. Ricordati che il diritto all’oblio non vale solo per le informazioni, ma anche per foto, video e qualsiasi altro elemento o formato.
Per iniziare, puoi andare sul sito Have I been Pwned? Per scoprire se il tuo indirizzo email e i dati associati sono rimasti esposti online durante un data breach.
Online, inoltre, esistono dei servizi specializzati che si dedicano a contattare i broker di dati e richiedere l’eliminazione al tuo posto. Sono molto utili e valgono assolutamente il piccolo investimento monetario che richiedono.
Scopri come recuperare un account online se viene hackerato
Uno dei pericoli online per le persone LGBTIQ+ sono le ritorsioni e gli attacchi online, tra cui la violazione degli account. Non farti trovare impreparata, e impara subito come recuperare i tuoi account nel caso in cui qualcuno decida – e riesca – ad accedervi senza autorizzazione. In questo modo potrai bloccare l’attacco sul nascere e impedire a questa persona di usare il tuo account per pubblicare contenuti, inviare messaggi ai tuoi contatti e altri comportamenti indesiderati e pericolosi.
Entra nelle community e parla con altre persone LGBTIQ+
L’informazione è vitale online, per cui ti consigliamo di parlare e chiedere tutto quello di cui hai bisogno ad altre persone LGBTIQ+ online, magari partecipando a forum o community specifiche. Isolarsi peggiora le cose e, in caso di attacco cyber, bullismo o doxxing, amplifica le conseguenze psicologiche ed emotive.
Le community italiane più attive includono Arcigay, Agedo e il centro italiano antiomofobia e antitransfobia Gay Help Line. Inoltre, sul sito Famiglie Arcobaleno trovi un elenco delle principali associazioni italiane che si occupano della tutela e della promozione dei diritti delle persone LGBTIQ+.
Aggiungi parole chiave alle blocklist sui social
Si tratta di una funzione poco conosciuta ma molto utile, che ti consente di nascondere parole, frasi o emoji specifiche dalla sezione dei commenti. Ad esempio, su Instagram:
- Apri l’app e vai al tuo profilo.
- Tocca l’icona con le tre linee orizzontali in alto a destra e seleziona Impostazioni e privacy.
- Scorri fino alla sezione Come possono interagire gli altri con te e tocca Parole nascoste.
- Nella sezione Parole personalizzate per messaggi e commenti, tocca Gestisci parole e frasi personalizzate.
- Inserisci le parole, frasi o emoji che desideri filtrare separandole con una virgola.
- Tocca Fine o Salva per confermare.
Una volta configurate, i commenti e i messaggi contenenti queste parole verranno automaticamente nascosti.
Questi sono i consigli di sicurezza online più importanti per le persone LGBTIQ+.
BONUS
Per non rivelare i tuoi dati online, puoi usare un servizio di identità alternativa, che ti consente di creare un profilo falso completo di nome, cognome, indirizzo fisico, indirizzo email e numero di telefono, da usare durante le registrazioni online, ad esempio quando rispondi a un annuncio o quando crei un account su un sito.
In questo modo non dovrai rivelare subito le tue informazioni personali e le tue preferenze, a meno che tu non voglia, e sarai meno esposta a discorsi d’odio, doxxing e cyberbullismo.
In questo articolo abbiamo parlato del Pride Month del 2025, abbiamo descritto le principali minacce online per le persone LGBTIQ+ e abbiamo condiviso dato consigli che speriamo possano essere utili a questa comunità per proteggere la propria libertà e identità online.
Inoltre, abbiamo condiviso i link a varie associazioni e risorse che possono aiutare le persone LGBTIQ+ a difendere i propri diritti sia online che offline. Se vuoi condividere una tua esperienza o una risorsa utile di cui ci siamo dimenticati, lascia un commento!
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Buona navigazione e buon mese dell’orgoglio LGBTIQ+!