Scopriamo insieme questa iniziativa artistica e sociale, molto interessante ma che ha anche i suoi rischi di sicurezza.

Tutto è nato nel 2010, come una performance artistica di Aram Bartholl. I dead drop sono chiavette USB fissate in una parete in un luogo pubblico, in modo che chiunque possa connettere un dispositivo e scaricare o prelevare file. L’obiettivo di questa iniziativa è far riflettere sul rapporto tra internet e il mondo fisico; nel corso degli anni i dead drop sono stati dimenticati e riscoperti a fasi alterne, ma il progetto è rimasto sempre attivo.

Negli ultimi mesi ne sono nati diversi in Italia, che ora ne somma circa 100 su un totale di 2700. Come mai proprio ora? Inoltre, è possibile usare i dead drop in modo sicuro? Quali sono gli ultimi commenti dell’artista che ha creato il progetto? In questo post rispondiamo a queste domande, parliamo di dead drop e sicurezza dei pen drive e degli scambi di file. Continua a leggere!

Dead drop: il progetto

A ottobre del 2010, l’artista tedesco Aram Bartholl ha ideato i dead drop e ha installato i primi 5 a New York, pubblicando anche un tutorial video per spiegare come installare una chiavetta USB in una parete con semplici strumenti e un po’ di cemento a presa rapida (trovi tutto sul sito ufficiale dei dead drop).

L’idea era far riflettere sul complesso rapporto tra internet e il mondo fisico, come ha dichiarato l’artista in questa intervista di Untappedcities del 2011 (in inglese). Cementare una chiavetta in un muro significa che per accedere ai file è necessario andare personalmente fino al dead drop, rendendo permanente e fisico ciò che è nato per essere un mezzo flessibile, temporaneo e immateriale: l’archiviazione digitale. Sul sito ufficiale del dead drop, inoltre, trovate un elenco di tutti i punti completo di coordinate geografiche e foto, dato che trovare una pen USB in un luogo pubblico può essere difficile.

Uno dei temi su cui Bartholl voleva far riflettere il pubblico è anche la prima domanda che tutti si fanno quando scoprono l’esistenza dei dead drop: “E se qualcuno le usasse per diffondere virus?”.


In Italia ci sono circa 100 dei 2700 dead drop esistenti, e i più recenti sono stati installati in luoghi ad alta visibilità, come il Foro Bonaparte a Milano o Piazzale Aldo Moro a Roma.


Sicurezza informatica dei dead drop

Si tratta di una domanda più che legittima, in quanto infettare un dispositivo tramite la connessione USB è uno dei modi più semplici che esistono. Con le parole dell’artista: “bisogna ricordare che i virus non sono nel muro, ma nei file della chiavetta”. L’ambiente diventa quindi una metafora di internet, che non è pericoloso in quanto tale, ma a seconda di chi lo usa e come.

La potenziale presenza di virus informatici nei dead drop è un valore aggiunto della performance artistica, perché ci spinge a riflettere sull’uso che facciamo del digitale, ma anche sulla nostra dimensione etica e su come questa influisce sulle tecnologie che inventiamo.

Detto questo, per usare i dead drop in modo sicuro, basta avere un buon antivirus sul dispositivo che connettiamo, in grado di riconoscere eventuali minacce presenti tra i file e bloccare la connessione se dovesse trovarne una.

LEGGI ANCHE: Come proteggere una chiavetta USB dai virus

I dead drop in Italia

Come abbiamo accennato, basta visitare il sito ufficiale per consultare il database con tutti i punti di scambio, tra cui anche quelli italiani che sono circa 100 (in tutto esistono poco meno di 2700 dead drop censiti nel mondo).

Gli ultimi dead drop italiani a essere stati creati sono quelli di Milano, nel Foro Bonaparte, a Roma, nel Piazzale Aldo Moro, e in alcune altre città turistiche italiane, da Grosseto a Venezia. Non sappiamo cos’abbia riportato in auge questo progetto artistico e informatico, forse l’iniziativa di una persona entusiasta che l’ha scoperto da poco o forse l’azione coordinata di un gruppo di attivisti, oppure potrebbe essere la strategia di un gruppo di hacker per diffondere un virus.

In ogni caso, le segnalazioni dei nuovi dead drop che sono spuntati in giro per l’Italia negli ultimi tempi hanno riacceso il dibattito sul significato di questa iniziativa e su un altro tema di cui si discute da tempo: la sicurezza dei pen drive.

“I virus non sono nel muro, ma nella chiavetta”
Aram Bartholl, creatore dei dead drop

Quanto sono sicure le chiavette USB

I pen drive sono stati uno dei dispositivi chiave della diffusione del digitale nei primi anni 2000, perché hanno permesso di trasportare file e accedere a risorse digitalizzate quando ancora il cloud non esisteva (per mancanza di connessioni veloci e a banda larga).

Ora, nel 2023, sono diventate meno utili, dato che la maggior parte di servizi di archiviazione e collaborazione online consentono di condividere file di grandi dimensioni in pochissimo tempo e in più con la sicurezza informatica che solo le Big Tech possono offrire.

Eppure, il mercato delle chiavette USB è ancora vivo, forse perché alcune generazioni preferiscono avere un supporto fisico o forse perché l’idea di un dispositivo ci fa sentire più sicuri e in controllo rispetto al cloud.

In realtà, a meno che non utilizziamo dei sistemi specifici, le chiavette USB sono meno sicure rispetto alla condivisione in spazi cloud controllati come Drive o OneDrive. Tuttavia, bastano alcuni accorgimenti per utilizzare i pen drive in sicurezza:

  • Disattiva l’avvio automatico delle unità esterne. Questa funzionalità di solito è disattivata, ma ti consigliamo di controllare per non avere brutte sorprese.
  • Utilizzare la vaccinazione USB di Panda Dome. Il nostro antivirus blocca l’avvio automatico di programmi e script che si trovano sulle unità collegate tramite USB. Inoltre, puoi utilizzare anche la funzionalità di analisi dei dispositivi USB.
  • Puoi usare chiavette USB avanzate con funzioni di crittografia. Sono più costose, ma sono anche molto più sicure e per i file più importanti sono praticamente indispensabili, proprio come i portafogli per le criptovalute.
  • Impostare il backup periodico e automatico delle pen USB sul cloud o sul computer, in modo da recuperare i file se il dispositivo dovesse essere compromesso.
  • Fare una scansione dei file sulle pen USB che usi con il nostro strumento gratuito, Panda Cloud Cleaner, prima di importarli.
  • Mantieni aggiornati l’antivirus e il sistema operativo di tutti i dispositivi per approfittare delle patch di sicurezza e delle nuove aggiunte ai database dei virus conosciuti.

Seguendo questi consigli e facendo attenzione potrai partecipare anche tu al progetto dei dead drop e scaricare file da uno dei punti di scambio o caricare i tuoi. Per sicurezza, ti consigliamo comunque di utilizzare un dispositivo separato per collegarti e di fare un’ulteriore scansione del dispositivo prima di connetterti a internet ed esporre potenzialmente anche le tue risorse connesse.

In questo post abbiamo visto cosa sono i dead drop, come sono nati e come sono tornati di moda negli ultimi mesi (anche se non sappiamo bene il perché). Abbiamo anche visto che le chiavette USB non sono il massimo a livello di sicurezza e che vengono spesso utilizzate dagli hacker come punto di entrata per i loro attacchi informatici.

Per tutti questi motivi, ti invitiamo a prestare sempre molta attenzione quando importi o scarichi file e quando ti connetti ad altri dispositivi informatici.

CONTINUA A LEGGERE: Sondaggio cybersecurity, il 36% degli europei non ha neanche un dispositivo IoT

Buona navigazione e buon collegamento ai dead drop!