AI e privacy: rischi reali e 6 domande da fare al tuo assistente

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L’AI agentica cambia la privacy: scopri i rischi principali, come proteggerti e le 6 domande da fare al tuo assistente AI per usarlo in sicurezza.…

Panda SecuritySet 29, 20258 min read

L’AI agentica cambia la privacy: scopri i rischi principali, come proteggerti e le 6 domande da fare al tuo assistente AI per usarlo in sicurezza.

L’AI generativa e gli assistenti basati sull’AI stanno cambiando il modo stesso in cui pensiamo alla privacy. La cosiddetta AI agentica – ad esempio quella integrata nei nuovi browser AI – non si limita a salvare dati su di noi, ma li utilizza attivamente, li interpreta, li seleziona e li condivide a sua volta.

La privacy, quindi, non è più solo una questione di confini, accessi e visibilità, ma diventa un fenomeno complesso, che cambia in continuazione e diventa più difficile da gestire, dato che in parte cediamo il controllo sui nostri dati all’AI.

Ecco perché molti esperti parlano di privacy nell’era dell’AI incentrata sulla fiducia. Ma cosa succederà ai sistemi di sicurezza che per anni hanno utilizzato un approccio zero-trust, ovvero a fiducia zero? Come faremo a controllare senza avere il controllo? Ne parliamo in questo post su AI e privacy.

In questo articolo:

  • Cos’è l’AI agentica
  • Come cambia la privacy con l’AI agentica
  • Nuovi rischi per la privacy
  • Cosa puoi fare per proteggerti (per ora)
  • 6 cose da chiedere alla tua AI

Buona lettura!

Cos’è l’AI agentica

L’AI agentica è una forma avanzata di intelligenza artificiale incentrata sul processo decisionale e sull’azione autonoma. A differenza dell’AI tradizionale, che risponde principalmente ai comandi o analizza i dati, l’AI agentica può fissare obiettivi, pianificare ed eseguire attività con un intervento umano minimo.

Questa tecnologia emergente ha il potenziale per facilitare e ottimizzare molte attività degli utenti finali, dagli acquisti online a processi decisionali critici, come quelli legati alla salute.

L’AI agentica è considerata un sottoinsieme dell’AI generativa – ovvero di quella basata sui modelli di linguaggio di grandi dimensioni come ChatGPT. L’AI agentica utilizza quella generativa come un “cervello” per eseguire azioni attraverso altri strumenti.

Per fare un esempio concreto: l’AI generativa può essere utilizzata per creare materiali di marketing, mentre l’AI agentica potrebbe essere utilizzata per distribuire questi materiali, monitorarne il rendimento e adeguare automaticamente la strategia di marketing in base ai risultati. In questo modo, l’AI agentica può utilizzare l’AI generativa come strumento per raggiungere i propri obiettivi.

In sintesi, possiamo dire che l’AI agentica è sviluppata per percepire, ragionare, pianificare, agire e riflettere, ovvero imparare dai risultati delle proprie azioni.

L’utente perde il controllo diretto sulla propria privacy, perché si affida all’AI agentica, che agisce per conto suo, quindi non è più solo questione di controllo ma anche e soprattutto di fiducia.

Come cambia la privacy nell’era dell’AI

Come abbiamo accennato, con l’avvento dell’AI generativa e poi di quella agentica, la privacy smette di essere un concetto lineare, basato su perimetri, accessi, protezioni e visibilità.

Non è più solo questione di chi può vedere cosa, quando e come, perché l’AI non si limita a raccogliere i dati, ma fa molte altre cose:

  • Apprendimento
  • Utilizzo
  • Modifiche
  • Interpretazione
  • Gestione
  • Condivisione esterna

I dati, insomma, diventano il punto di partenza di un percorso non più lineare, ma complesso e in costante evoluzione.

Poi, dal punto di vista concettuale, cambia una cosa importantissima: l’utente perde il controllo diretto sui propri dati e sulla propria privacy, perché per definizione si affida all’AI agentica, che agisce per conto suo.

Quindi, la privacy nell’era dell’AI diventa una questione più di fiducia: bisogna scegliere di quale AI fidarsi, cosa affidarle e cosa lasciarle fare, e poi abbiamo bisogno di normative dettagliate che regolino il modo in cui possono comportarsi le AI (e i relativi aspetti legali, come eventuali controversie e danni causati dall’AI).

Il rischio più grande è che l’AI ci esponga a cyberattacchi e violazioni della privacy senza rendersene conto, dato che utilizza i nostri dati in maniera autonoma.

Quali sono i pericoli principali dell’AI legati alla privacy?

Vediamo quali sono i rischi per la privacy legati all’uso dell’AI generativa e agentica, tenendo presente che si tratta più di una previsione che di un’analisi approfondita, dato che siamo solo agli inizi dell’era dell’AI:

  • Dati sensibili nell’addestramento: informazioni sanitarie, foto, voce o dati finanziari possono finire nei dataset.
  • Consenso poco trasparente: impostazioni predefinite o informative poco chiare possono causare la cessione del consenso anche in casi non voluti.
  • Riuso non autorizzato: l’AI può decidere di riutilizzare i dati ceduti con uno scopo particolare per perseguirne un altro. L’autonomia che desideriamo per l’AI non è conciliabile con un controllo capillare e continuo sull’uso delle informazioni.
  • Sorveglianza ed errori: i sistemi di controllo e sorveglianza basati sull’AI non sono solo autonomi, ma arricchiscono anche l’analisi in modo automatico. A volte, se i dati o le operazioni contengono errori, i sistemi possono sbagliare e avere dei pregiudizi; per esempio, alcuni sistemi di sorveglianza funzionano meglio nel riconoscere il volto di persone bianche perché durante l’addestramento sono state usate più immagini che le ritraggono. Rischiamo quindi casi di discriminazione, profilazione occulta ed errori di identificazione.
  • Manipolazione: esistono già molte tecniche di prompt injection e attacchi ibridi, ma nel futuro prossimo sicuramente assisteremo al proliferarsi degli attacchi contro l’AI, per convincerla a rivelare dati o utilizzarli in modo non sicuro.
  • Fughe di dati: problemi logici o tecnici possono causare fughe di dati e perfino data breach su larga scala.
  • Condivisione pericolosa: l’AI agentica deve essere addestrata bene a rilevare le truffe e le minacce online, altrimenti rischiamo che i nostri assistenti di AI diventino vittime del phishing al posto nostro, ma con i nostri dati e il nostro conto in banca!

Questi sono i principali rischi legati all’uso dell’intelligenza artificiale di tipo generativo e agentico. Vediamo cosa possiamo fare, per ora, per mitigare questi rischi.

LEGGI ANCHE: Come proteggersi dalla disinformazione dell’IA generativa

Cosa puoi fare adesso per proteggere la tua privacy quando usi l’AI

Nonostante ci troviamo solo agli inizi di questa nuova era, ci sono già alcune cose che possiamo fare per ridurre al minimo i rischi dell’AI per la nostra privacy:

  1. Limita i dati che condividi con assistenti e chatbot.
  2. Disattiva la cronologia oppure rivedila periodicamente per eliminare voci e attività sensibili.
  3. Controlla la memoria a lungo termine e le istruzioni apprese dai tuoi sistemi di AI, come la memoria di ChatGPT.
  4. Utilizza un’identità online alternativa.
  5. Scegli con attenzione l’AI da utilizzare.
  6. Leggi le informative sulla privacy e i termini di servizio (sono noiosi ma ormai necessari).
  7. Non caricare documenti sensibili su servizi che non spiegano chiaramente come li usano.
  8. Chiedi all’assistente di spiegarti quello che fa e come usa i tuoi dati.
  9. Utilizza tutte le impostazioni della privacy disponibili, sia a livello di chatbot che delle integrazioni (browser, posta, e-commerce e così via).
  10. Proteggi i dispositivi su cui usi gli assistenti di AI con una buona suite di cybersicurezza e attiva i filtri antiphishing.

Non si tratta di un elenco esaustivo né di una soluzione magica ai nuovi problemi che hanno solo iniziato a emergere, ma di un tentativo di approssimazione critico e disciplinato.

Il punto è cambiare mentalità: non più privacy solo come controllo di accessi e visibilità, ma soprattutto come rapporto con l’AI, che evidentemente deve essere basato su un certo livello di fiducia. Ma la fiducia è tutt’altro che indiscriminata e può esistere solo se basata sulla conoscenza e l’esperienza.

6 cose da chiedere al tuo assistente di AI

Quando sceglierai il tuo assistente di AI agentica, prima fagli qualche domanda per capire se puoi fidarti:

  • I miei dati vengono usati per addestrare il tuo modello? Posso rifiutare?
  • Per quanto tempo conservi i dati? Dove vengono archiviati?
  • Posso cancellare la cronologia, i file e il profilo dell’addestramento?
  • In che modo la tua azienda gestisce le violazioni e le notifiche di data breach?
  • Quali terze parti hanno accesso ai dati e al tuo sistema o funzionalità?
  • Esiste un modulo locale (on-device) per evitare il caricamento nel cloud e fare in modo che i miei dati rimangano sul mio dispositivo?

In questo articolo abbiamo visto come cambia la privacy con l’avvento dell’AI agentica, quali sono i rischi principali per i nostri dati e la nostra identità e cosa possiamo fare per iniziare a proteggerci e prepararci a questo cambiamento imminente.

Infine, abbiamo condiviso 6 domande semplici e utili da rivolgere al tuo assistente di AI per capire meglio come funziona, come tratta la tua privacy e, in definitiva, se puoi fidarti di lui.

E tu? Usi già qualche sistema di AI agentica? Ti piace o ti fa paura? Raccontaci la tua esperienza e i tuoi timori nei commenti!

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Buona navigazione e buona protezione della privacy nell’era dell’AI!