Scopri quali sono i rischi e come ridurli.

Il sexting è vecchio quanto Internet. Se hai più di 35 anni, sicuramente ricorderai le prime chat room versione comic di Microsoft, dove potevi scegliere un personaggio (il più divertente era l’alieno) e interagire con altre persone, ma anche la piattaforma italiana C6 o l’indimenticabile Messenger di MSN. I più giovani invece, avranno cominciato direttamente con Snapchat, l’app di sexting per eccellenza.

Ovviamente, questi servizi non sono nati per la diffusione di contenuti sessuali, ma la virtualità di Internet ha sempre favorito l’applicazione delle nuove tecnologie alle relazioni a sfondo sessuale. Fino a qui, niente di strano. I problemi che invece assillano molti utenti di Internet sono la sicurezza di queste pratiche e come ridurre i rischi del sexting.

Che cos’è esattamente il sexting e quando diventa un reato? È possibile farlo in modo sicuro? Come si fa a ridurre i rischi per la privacy? In questo articolo rispondiamo a queste domande per dare una visione panoramica del fenomeno del sexting.

Sexting, definizione ed esempi

Il sexting è la diffusione di contenuti a sfondo sessuale (foto, audio, video e conversazioni) mediante strumenti telematici, ovvero principalmente tramite app, email e servizi di messaggistica istantanea.

Sexting proviene dai termini sex e texting, che in inglese significano rispettivamente sesso e messaggiare, e potremmo quindi definirla in modo ancora più riassuntivo come l’invio di messaggi a sfondo sessuale.

Una conversazione spinta su Tinder è sexting, l’invio di foto osé su Snapchat è sexting, ma anche la condivisione di un video a sfondo sessuale in un gruppo di WhatsApp o su Facebook viene considerata sexting. In breve, ogni volta che una persona condivide con altri utenti contenuti sessualmente espliciti (propri o che ritraggono altri individui), sta facendo sexting.

Quando il sexting è reato

Il sexting in quanto tale non è reato, ma lo diventa quando:

  1. Coinvolge minori (pedopornografia) e/o
  2. La condivisione avviene senza il consenso del diretto interessato

Quindi, chi invia foto o video sessualmente espliciti di sé stesso non commette nessun reato. Se invece il video o la foto ritrae un minore, viene considerata pedopornografia e viene punita con pene fino a 12 anni di reclusione.

Il terreno si fa più pantanoso quando parliamo di video e foto di adulti non consenzienti. Questo caso viene considerato violenza privata, ma deve essere dimostrata la condivisione mediante mezzi elettronici.

Ad esempio, se una foto osé viene salvata sul telefono e mostrata fisicamente ad altre persone, senza inviarla, può essere considerato un caso di sexting illegale? E che cosa succede quando una persona condivide volontariamente un video hard personale, magari su Facebook o in una chat privata, e dopo se ne pente? È possibile esigere la cancellazione dei materiali inviati?

La legislazione ha ancora parecchi vuoti legali nella tutela delle persone online. Nella pratica, alcune sentenze hanno riconosciuto il diritto della vittima alla rimozione dei materiali e alla limitazione della diffusione, mentre in altri casi meno chiari, il sexting non è stato riconosciuto come un reato.
È qui che il sexting diventa problematico e sorgono ragionevoli dubbi sulla sua sicurezza, proprio a causa della mancanza di norme esaustive e di controllo sui contenuti digitali una volta inviati.

Rischi del sexting

Il vero problema del sexting senza consenso sono le conseguenze per la privacy e l’identità (online e offline) della persona coinvolta, soprattutto se minorenne.

Il rischio principale, ovviamente, è che la foto destinata a una determinata persona venga condivisa pubblicamente e finisca migliaia di altri schermi. A quel punto, il giudizio sociale e la vergogna possono rovinare la vita della vittima, e in casi estremi possono spingerla fino al suicidio, come è successo a Tiziana Cantone. Nel caso di Tiziana, Il Gip non ha riconosciuto la diffusione del video a sfondo sessuale come istigazione al suicidio, ma il dibattito è ancora aperto.

Questo caso estremo dimostra i pericoli della diffusione di contenuti sessuali online, che possono essere utilizzati per:

  • Violenza privata.
  • Sextortion. Estorsione di denaro mediante il ricatto, basata sulla minaccia di diffusione di contenuti a sfondo sessuale ritraenti la vittima. Spesso, in questo tipo di crimine la vittima è un adulto e il criminale è un minore.
  • Cyberbullismo. Molestie e abusi psicologici a carico di una vittima minorenne mediante la diffusione di materiali sessualmente espliciti.
  • Revenge porn. Diffusione di video hard da parte di ex partner a scopo diffamatorio.

La cronaca degli ultimi anni è piena di episodi simili, che dimostrano quanto siano reali questi rischi.

Come fare sexting sicuro

Eccoci arrivati al quid della questione: è possibile fare sexting in modo completamente sicuro, senza rischiare di essere vittima di violenze psicologiche e ricatti? Purtroppo, la risposta è no. Nel momento in cui una foto o un video lascia il tuo telefono e raggiunge quello di un’altra persona, hai perso il controllo su quel contenuto.

Alcune app come Snapchat offrono funzionalità che limitano la condivisione non autorizzata, ma non la impediscono. Ad esempio, l’impostazione di autocancellazione dopo 10 secondi non impedisce al destinatario di scattare uno screenshot del telefono e condividerlo come immagine.

Le app più sicure come Rumuki (per iPhone) o Confide, che limitano anche la possibilità di fare screenshot, utilizzano varie combinazioni di messaggi a scomparsa, crittografia end-to-end e altre tecnologie per la privacy. Tuttavia, anche in questi casi, un utente realmente malintenzionato troverà comunque un modo per salvare il contenuto della schermata, o semplicemente lo registrerà con un altro dispositivo.

Consigli per un sexting più sicuro

Se da un lato non è possibile rendere il sexting sicuro al 100%, dall’altro ci sono vari modi per ridurre al minimo i rischi:

  • Utilizza app sicure come quelle citate (Snapchat, Confide ecc.)
  • Fai sexting con persone di cui ti fidi. Può sembrare un controsenso, perché per molti il bello del sexting è farlo con sconosciuti, ma è proprio questo il punto critico. Al minimo indizio di inaffidabilità o disonestà dell’altra persona, ti consigliamo di fare un passo indietro e valutare bene la situazione prima di condividere foto o video compromettenti.
  • Installa un buon antivirus per proteggerti da spyware e altri malware che potrebbero rubare i tuoi video e le tue foto spinte e inviarle a un cybercriminale.
  • Una volta inviati o ricevuti, elimina i contenuti a sfondo sessuale tuoi e di altre persone per evitarne la diffusione involontaria in caso di furto o smarrimento del dispositivo.
  • Se sei vittima di bullismo, sextortion o revenge porn non ti vergognare: contatta le autorità e parlane con amici e familiari, soprattutto se non hai ancora 18 anni.

A proposito di quest’ultimo punto, vogliamo ricordare che non bisogna assolutamente colpevolizzare la vittima per imprudenza: la responsabilità è della persona che diffonde i contenuti senza il consenso dell’interessato. Per questo, se non sei ancora maggiorenne e stai ricevendo minacce o abusi legati a foto o video sexy, chiedi aiuto ai tuoi genitori e informa subito la polizia.

A questo punto, hai tutte le informazioni necessarie per comprendere il fenomeno del sexting o praticarlo in modo un po’ più sicuro. Tuttavia, ricorda che è una pratica rischiosa e i potenziali pericoli non vanno presi alla leggera.

Buona navigazione e buona protezione!

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