Per dare il buon esempio, per rispettare la loro privacy e, soprattutto, per non incentivare la pedopornografia. Scopri come fare!

Il 5 maggio del 2021, giornata nazionale contro la pedofilia, la Polizia Postale e l’ONG Save the Children hanno stretto una collaborazione per la lotta contro la pedopornografia e l’adescamento di minori online. Uno dei temi più importanti trattati è quello della condivisione di immagini e video online, un comportamento apparentemente innocuo e che invece nasconde alcuni rischi piuttosto seri per i bambini.

Per contestualizzare velocemente il discorso, citiamo queste 3 statistiche del dossier della Polizia (scaricabile qui):

  • Il numero di casi di pedofilia trattati è aumentato del 47% dal 2020 al 2021.
  • Gli adescatori online colpiscono soprattutto la fascia di bambini di età compresa tra i 10 e i 13 anni.
  • L’adescamento e la raccolta di materiale pedopornografico avvengono soprattutto tramite le app di messaggistica e sui social network.

Il numero di casi di pedofilia trattati è aumentato del 47% dal 2020 al 2021.

3 motivi per non condividere immagini online

La Polizia e gli enti governativi a difesa dei minori sconsigliano di pubblicare foto e video dei propri figli online per 3 motivi principali: per dare il buon esempio ai bambini che imitano il nostro comportamento online; per non fornire inconsapevolmente materiale pedopornografico ai pedofili e agli adescatori e per rispettare la privacy dei minori, che ancora sono troppo piccoli per capire e decidere autonomamente. Vediamoli in maniera più approfondita.

Dare il buon esempio

Associazioni di psicologi e ONG per la difesa dei bambini avvertono da anni le famiglie che i bambini imitano i nostri comportamenti online. Se condividiamo spesso foto, selfie e video online, i nostri figli vorranno fare lo stesso, ma senza la maturità necessaria per sapere come, quando e quanto farlo.

Inoltre, è proprio questa propensione alla condivisione, che i bambini imparano per imitazione, che può portarli a cadere nella trappola di un groomer (adescatore) o di un pedofilo che cerca di farsi inviare foto di nudità o a sfondo sessuale.

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Arginare la pedopornografia

Ormai, la prima fonte di materiale “erotico” per i pedofili è Internet. Sui social network, nei forum e sui siti di tutto il mondo è possibile reperire foto e video di bambini piccoli. La polizia sottolinea che molti dei pedopornografi indagati ha trovato il materiale di cui era in possesso proprio sui profili social dei genitori, che pubblicano ingenuamente momenti della vita quotidiana con i propri figli.

Purtroppo, pubblicare immagini online non è un comportamento innocuo. Chi posta una foto dei propri biglietti aerei o le date delle vacanze corre il rischio di trovare la casa svaligiata al ritorno; chi pubblica foto dei propri figli nell’intimità della propria casa o al mare o a scuola, senza saperlo sta contribuendo ad arricchire le gallerie di materiale erotico dei pedofili.

Ciò che pubblichi online è per sempre

Dal momento in cui una foto o un video vengono caricati online pubblicamente, è impossibile tracciarli e sapere dove andranno a finire. Chi li vedrà? Con chi li condividerà a sua volta? Chi li scaricherà e per farci cosa?
Una volta pubblicata, una foto cessa di essere nostra e diventa di proprietà condivisa di Internet, accessibile a tutti. È questo quello che vogliamo per i nostri figli? I più piccoli non capiscono il concetto di privacy e non possono rivendicare il diritto, per cui dobbiamo farlo noi. Come vedremo a breve, dovremmo chiederci se tra 10 anni nostro figlio o nostra figlia sarebbe felice di trovare online la foto che stiamo per pubblicare. Se la risposta è no o non siamo sicuri, meglio lasciar perdere.

Una volta che una foto o un video è stato caricato online pubblicamente, è impossibile sapere dove andrà a finire.

4 semplici domande per capire se e quando pubblicare immagini online

Come abbiamo visto, il consiglio degli esperti è di non pubblicare mai foto e video online. Tuttavia, per chi non fosse convinto, la Polizia Postale ha redatto un brevissimo elenco di 4 domande da porsi per decidere se condividere un’immagine online:

  1. L’immagine è privata o intima? Perché la voglio pubblicare?
  2. Mio figlio vorrebbe che condividessi questa sua foto o quello che ha detto oggi la maestra di lui?
  3. Tra 10 o 20 anni, sarà contento di trovare questa immagine online?
  4. [Per chi sta per condividere un contenuto in una chat di gruppo] Siamo sicuri che non verrà scaricato e condiviso in altre chat? Conosco bene tutti gli altri partecipanti?

Queste domande sono tratte dalla guida per i genitori sull’adescamento online (scaricabile in PDF), anche questa frutto della collaborazione tra Save the Children e la Polizia di Stato. Concludiamo questo post ricordando che, se sospetti che i tuoi figli possano essere vittima di un adescatore online, puoi contattare la polizia per ricevere aiuto e consigli su come comportarti.

La protezione dei minori online è un argomento vasto e complesso, ma tutto inizia dal nostro esempio e dalle nostre azioni. Non condividere foto o video dei tuoi figli online, o quantomeno inviali solo a singole persone di estrema fiducia.

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Buona navigazione e buona protezione della privacy dei tuoi figli!