Arturo Béjar ha parlato di fronte al Senato degli Stati Uniti di come l’azienda ignora da anni questo problema.

Il 14 novembre Arturo Béjar, ex dipendente di Meta dal 2009 al 2015, è stato chiamato a deporre durante un’udienza del Senato degli Stati Uniti e ha rivelato alcuni dati scioccanti sull’azienda di Facebook e Instagram.

Secondo Béjar, Meta conosce l’entità del problema delle molestie ai minori sulle sue piattaforme, ma non fa niente di efficace al riguardo e continua a dare la priorità ai propri interessi commerciali. L’informatore, inoltre, ha raccontato un caso particolare che l’ha toccato molto da vicino: sua figlia ha subito molestie su Instagram e dice che si tratta di una situazione molto comune tra le sue coetanee.

In questo post parliamo di Meta e molestie online contro i minori, delle accuse dell’ex dipendente, delle soluzioni messe in atto da Meta e di come proteggere i nostri figli online. Continua a leggere!


Ogni settimana, il 13% degli utenti di Instagram minori di 16 anni riceve proposte di natura sessuale.


La deposizione dell’ex dipendente Meta

Arturo Béjar ha lavorato a Meta dal 2009 al 2015 e in più occasioni ha espresso la sua preoccupazione per le molestie contro i minori e altre categorie fragili, come discorsi d’odio, razzismo e violenza online. In particolare, durante l’udienza davanti al Senato del 14 novembre, Béjar ha dichiarato di averne parlato con il responsabile della piattaforma Instagram e che in seguito non sono state prese misure efficaci.

L’ultimo progetto a cui ha partecipato in Meta prima di abbandonare l’impresa si chiamava BEEF (Bad Emotional Experience Feedback): un sondaggio settimanale sulle esperienze e i feedback degli utenti riguardo a contenuti o interazioni dannose.

Grazie a questa iniziativa, il suo team aveva scoperto che ogni settimana il 13% degli utenti di Instagram minori di 16 anni riceve proposte di natura sessuale. Inoltre, il 26% dei partecipanti dichiarava di aver assistito a un episodio di discriminazione o cyberviolenza.

La reazione di Meta

Meta, come altre big tech, ha implementato varie misure di sicurezza per ridurre l’impatto di contenuti e utenti dannosi, ma i risultati non sono soddisfacenti. Secondo Béjar e altri ex dipendenti che negli ultimi anni hanno testimoniato contro Meta, mancano soluzioni realmente efficaci, che diano la priorità alla sicurezza delle persone e soprattutto dei minori, anche a scapito degli interessi economici della compagnia.

Negli USA, intanto, si sta discutendo una proposta di legge che dovrebbe essere approvata presto, il Kids Online Safety Act (KOSA), che si occuperà di stabilire i requisiti per le grandi piattaforme online per proteggere gli utenti minorenni.

Il Senato degli Stati Uniti, per una volta, non è diviso su questo argomento. Pochi governi lo sono al riguardo, almeno per quanto riguarda i minori, e stanno varando regolamenti che limitano lo strapotere delle big tech e proteggono gli utenti e le piccole aziende che cercano di entrare nel mercato. 

Situazione in Europa

In Europa, ad esempio, abbiamo il GDPR, il DSA e il DMA e presto anche l’AI Act. Inoltre, in Italia è molto attivo il Garante per la protezione dei dati personali e le organizzazioni e associazioni del settore vengo ascoltate e hanno un peso politico che raramente si osserva in altri campi.

Meta, tuttavia, non ha ancora reagito. Nei prossimi mesi dovrà adeguarsi ai nuovi requisiti del DSA in Europa e del KOSA e sanzioni ad hoc che gli USA potrebbero imporre.

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Il problema delle molestie online ai minori

Nel 2021, la ex dipendente di Facebook Frances Haugen aveva già puntato il dito contro l’azienda leader dei social network. Inoltre, aveva espresso una preoccupazione generale sugli effetti dei social sui più giovani e sui rischi che corrono le persone se queste piattaforme non vengono regolamentate con efficacia.

Il problema delle molestie online e dell’esposizione a contenuti ed esperienze dannose è molto complesso: non è facile proteggere gli utenti dal comportamento altrui su una piattaforma che, per definizione, serve a mettere in contatto tra loro le persone.

Tuttavia, ci sono alcune tecnologie e strategie utili:

  • Applicazione dell’intelligenza artificiale alla moderazione dei contenuti.
  • Facilità di segnalazione di pericoli e abusi online. Ad esempio con un pulsante antipanico da usare in caso di emergenza, che potrebbe raccogliere i dati dell’interazione e avvisare immediatamente un team preparato, come ha suggerito Béjar durante la sua deposizione.
  • Ristrutturazione delle reti. Nell’ingegneria dei software di parla spesso di sicurezza by design, ovvero di progettare i programmi e le piattaforme dando la priorità alla sicurezza. Quando una piattaforma è già online e usata da milioni di persone, non è facile modificarla profondamente, ma se in ballo c’è la sicurezza di bambini e adolescenti, forse è l’unica opzione veramente efficace.
  • Parental control. Le grandi piattaforme implementano strumenti che consentono ai genitori di controllare l’utilizzo di siti e app, in modo da poter riconoscere comportamenti pericolosi e intervenire rapidamente.
  • Verifica dell’età efficace. Ovviamente, la verifica con un pulsante non è più sufficiente (non lo è mai stata). Alcune piattaforme stanno implementando sistemi di verifica dell’identità tramite invio di documenti di identità e scansioni biometriche per regolare l’accesso ai minori.
  • Politiche e impostazioni di sicurezza. Per fare un esempio, TikTok ha impostato gli account dei minori come privati, in modo che non possano ricevere comunicazioni che potrebbero non essere in grado di gestire.
  • Collaborazione con organizzazioni del settore e con le autorità. È importante che si dia visibilità al problema e che le big tech implementino le soluzioni raccomandate dai team di esperti dei governi (quindi senza conflitti di interessi).

Queste sono alcune delle strategie e tecnologie che stanno migliorando la situazione online. Ciò nonostante, i social network e internet in generale rimangono un luogo potenzialmente pericoloso per i minori, e oltre alle misure di sicurezza implementate dalle piattaforme, è fondamentale che i genitori si attivino per proteggere i propri figli.


I social network sono potenzialmente pericolosi per i minori, per cui i genitori devono partecipare attivamente per controllarli e proteggerli.


Consigli di sicurezza online per i genitori

Nei prossimi mesi, Meta e le altre grandi piattaforme online dovranno adeguarsi a requisiti più stringenti per la privacy e la protezione degli utenti, grazie soprattutto al Digital Services Act dell’Unione Europea. In ogni caso, come genitori è importante agire direttamente per proteggere i figli quando usano i social network, in particolare Facebook e Instagram.

Ecco i nostri consigli per i genitori:

  1. Insegna l’importanza della privacy.

    La base di tutto è insegnare a bambini e adolescenti che le informazioni personali hanno un valore e devono essere protette. Perché ci sono persone e aziende che vogliono sfruttarle. Il dialogo con i figli, inoltre, li aiuta a comprendere in parte le norme che poniamo e viverle meno come un’imposizione.

  2. Parla apertamente di molestie e abusi online.

    Informati e informa i tuoi figli per aiutarli a riconoscere i primi segnali di un caso di bullismo o di un adescatore online.

  3. Utilizza tutte le impostazioni di sicurezza di Facebook e Instagram.

    Anche se mancano delle funzionalità migliorate, inizia a utilizzare quelle presenti e impostale in funzione delle tue esigenze.

  4. Usa il parental control sul telefono.

    Che è il dispositivo più utilizzato dai giovanissimi e su cui è più difficile controllare la privacy.

  5. Limita l’uso di app e siti.

    Concordando il limite con i tuoi figli e spiegandone il motivo.

  6. Controlla le attività e le amicizie online.

    Senza invadere il loro spazio ma senza perdere il controllo. È difficile trovare un punto di equilibrio, ma è importante provarci e mantenerlo come un obiettivo a lungo termine.

  7. Fornisci ai tuoi figli altre risorse

    in linea con i loro gusti e la loro età.
    Online si trovano moltissimi documenti e video informativi, e ci sono molte organizzazioni come il
    Telefono Azzurro che si occupano di molestie contro i minori. Spesso, promuovere l’autonomia dei figli in questo campo d’azione li invoglia ad agire e informarsi.

Questi erano i nostri consigli per proteggere i tuoi figli quando usano i social network di Meta che, come abbiamo visto in questo post, è ancora lontana dal prendere sul serio la sicurezza e il benessere dei suoi utenti, mentre dà la priorità ai suoi interessi economici in tutto e per tutto.

Mentre si moltiplicano le dichiarazioni di ex dipendenti dei social network a sfavore di queste grandi compagnie, aumentano anche i regolamenti che ne limitano l’influenza sulla società e sulle categorie più fragili, soprattutto sui minori.

Per i genitori, però, è importante essere parte della soluzione e adottare le misure di sicurezza online che abbiamo visto sopra. Perché non è sufficiente affidarsi alle impostazioni della privacy dei social.

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Buona navigazione e buona protezione dei tuoi figli sui social di Meta!