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IA generativa: perché in Italia la usa solo 1 azienda su 5

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L’Italia è in coda in Europa per l’uso dell’IA generativa, ma forse non è un male. Scopri perché succede e cosa cambia per te come utente.

Da tre anni a questa parte, non si fa altro che parlare di intelligenza artificiale generativa, ovvero dei chatbot come ChatGPT, Gemini o Claude.

Eppure, da un sondaggio realizzato dalla Banca Europea per gli Investimenti risulta che in Italia solo un’azienda su cinque utilizza l’intelligenza artificiale generativa. Un dato che ci mette in coda alla classifica, in penultima posizione per essere precisi.

Perché l’Italia è in ritardo rispetto agli altri Paesi? E cosa significa tutto questo per il consumatore finale e il cittadino? Ne parliamo in questo post sulla diffusione dell’IA generativa tra le imprese italiane.

In questo articolo:

Buona lettura!

Cos’è l’intelligenza artificiale generativa?

Prima di tutto, rivediamo rapidamente cos’è l’intelligenza artificiale di cui si parla nel sondaggio della EIB (scaricabile in PDF). Qui non si parla di intelligenza artificiale in senso lato, ad esempio applicata alla logistica, alle comunicazioni o al marketing, ma di IA generativa.

L’intelligenza artificiale generativa è quella basata sugli LLM, modelli di linguaggio di grandi dimensioni, che analizzano milioni di documenti, imparano e sono poi in grado di imitare il linguaggio e il ragionamento umano.

Il prodotto finale è un assistente come ChatGPT, a cui puoi chiedere di riassumere un articolo, spiegarti come funziona un motore elettrico o correggere gli errori nel codice dell’app che hai sviluppato.

Ai fini di questo articolo, non parleremo di robot e processi industriali, ma dell’IA applicata a comunicazione, documenti e contenuti.

Perché le aziende italiane usano poco l’IA generativa?

Durante il sondaggio sono state intervistate oltre 12.000 aziende europee ed è emerso che in Italia solo il 20% delle aziende usa strumenti di IA generativa come ChatGPT o Gemini nelle sue attività quotidiane.

Viene automatico chiedersi perché questa differenza rispetto al 50% della Spagna, se non vogliamo confrontarci sempre con i famigerati “paesi del Nord Europa” (in Finlandia è il 66% delle aziende).

Perché in Italia l’IA generativa fatica a diffondersi tra le aziende

Perché un approccio più lento può avere anche vantaggi

Questo è il panorama imprenditoriale italiano, che differisce evidentemente da quello di altri Paesi e non favorisce l’adozione dell’IA generativa. Dal nostro punto di vista, ci sentiamo di spezzare una lancia a favore di questo approccio. Non perché crediamo che l’IA sia pericolosa o inutile, ma perché consideriamo normale un pizzico di diffidenza e cautela al momento di adottare nuove tecnologie.

Siamo talmente abituati alla velocità che ci dimentichiamo quali sono i compromessi che ci costringe ad accettare: mancanza di controllo, incertezza, competenze basse e rischi di sicurezza.

Sì, perché tra le conseguenze di un’adozione rapida e indiscriminata di una nuova tecnologia dirompente come l’IA, ci sono proprio i problemi di sicurezza informatica e le violazioni della privacy, a cui spesso pensiamo troppo tardi, solo quando si sono concretizzati.

Conseguenze per gli utenti finali

Dopo esserci chiesti perché l’Italia è in ritardo rispetto al resto dell’Europa, sorge spontanea un’altra domanda: “cosa significa tutto questo per me?”. In che modo la scarsa penetrazione dell’IA generativa in Italia influisce sul consumatore e utente finale?

La risposta è abbastanza rassicurante: questo ritardo tecnologico comporta che molti servizi italiani evolveranno più lentamente di quanto potrebbero, ma senza danni o perdite per l’utente.

L’unico svantaggio reale è a livello di esperienza di utilizzo e comodità:

In sintesi, non è un dramma se l’Italia è in ritardo, e anzi potrebbe convertirsi in un vantaggio per le aziende, perché quando cominceranno a usare l’IA, avranno a disposizione strumenti già avanzati e perfezionati rispetto a quelli di tre anni fa.

Cosa puoi fare per non restare indietro con l’IA generativa

Magari anche la tua azienda fa parte di quell’80% che non usa ancora l’IA generativa, ma questo non significa che tu debba aspettare. Ci sono tante piccole cose che puoi iniziare a fare fin da subito per rimanere al passo e senza complicarti la vita:

Perché conviene iniziare adesso

In questo post abbiamo visto che in Italia solo un’azienda su cinque usa l’IA generativa. Abbiamo cercato una spiegazione e analizzato vari aspetti della questione, per non fermarci al classico concetto “l’Italia è il fanalino di coda dell’Europa”.

Per concludere, abbiamo visto alcune cose che puoi iniziare a fare fin da subito per familiarizzare con l’IA generativa e sviluppare nuove competenze. Anche se la tua azienda non la utilizza ancora.

Infine, ti ricordiamo l’importanza di proteggere i tuoi dati e i tuoi dispositivi con una buona suite di sicurezza informatica, soprattutto se hai iniziato a usare l’intelligenza artificiale o altre tecnologie all’avanguardia.

CONTINUA A LEGGERE: Intelligenza artificiale sicura: come riconoscerla

Buona navigazione e buon utilizzo dell’IA generativa!

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