Scopri come filtrare fonti e notizie per leggere informazioni di qualità.

Come abbiamo visto nel nostro recente post sulle fake news legate al coronavirus, la disinformazione banchetta lautamente con i momenti di crisi come quello attuale. E se riconoscere una bufala è già difficile sui quotidiani online, sui social network lo è ancora di più.

Lo dimostrano le cifre segnalate da Facebook nell’ultimo Community Standards Enforcement Report del 2020:

  • 2 miliardi di profili falsi
  • 9,6 messaggi di odio
  • 25,5 milioni di contenuti violenti
  • 6,3 milioni di pagine che incitano al razzismo e alla discriminazione
  • 500 articoli controllati dai fact checker
  • 50 milioni di contenuti inattendibili sull’emergenza COVID-19

Soffermiamoci su quest’ultimo dato, relativo per altro solo ai mesi di febbraio e marzo: ben 50 milioni di contenuti potenzialmente falsi, alcuni scritti da persone altri redatti da account automatizzati (un altro dei target dei controlli interni di Facebook).

Quasi l’85% delle persone ritiene che le fake news siano un problema serio. Il restante 15% potrebbe considerare cosa succede quando una fake news fa presa su un pubblico impressionabile, come nel caso delle antenne 5G bruciate nel Regno Unito.

A tutto questo dobbiamo aggiungere il fenomeno dei deep fake, ovvero i video modificati ad arte o creati da zero tramite intelligenza artificiale, con cui è possibile far dire quello che si vuole a un personaggio pubblico.

Come si vede, il problema è attuale e in crescita, e molte persone e organizzazioni mondiali hanno espresso le loro perplessità nei confronti delle piattaforme di social media. Facebook, come sempre, è stata velocissima a reagire e implementare una serie di misure di sicurezza aggiuntive, i cui frutti sono appunto le cifre citate a inizio articolo.

Gli strumenti di Facebook contro la disinformazione

Oltre ai fact checker, ovvero chi si occupa di controllare l’attendibilità delle notizie e dei post su Facebook, la piattaforma ha introdotto altri sistemi di informazione sicura, alcuni meno visibili di altri. Ad esempio, in questo interessante post in inglese sull’uso dell’AI per riconoscere la disinformazione sulla COVID-19 del blog di Facebook, scopriamo come gli ingegneri dell’azienda di Zuckerberg continuino a migliorare gli algoritmi di intelligenza artificiale e li utilizzino anche per scovare le fake news e gli account robotizzati.

Un altro utile strumento, questa volta per gli utenti finali, è il pulsante con la lettera “i” che troviamo nell’angolo in basso a destra delle immagini di anteprima dei post. Se fai clic o tocchi l’icona, si apre un popup con le informazioni su chi ha pubblicato il post o la notizia. Da questa piccola finestra è già possibile farsi un’idea dell’attendibilità del publisher e della notizia che stiamo leggendo:

  1. Se la pagina o il profilo è stato creato recentemente, potrebbe essere un fake.
  2. Se i contenuti simili pubblicati dalla stessa fonte contengono notizie altrettanto dubbiose, anche in questo caso potrebbe trattarsi di un account che pubblica bufale.

Inoltre, le notizie potenzialmente false vengono pubblicate più in basso nel feed rispetto a quelle considerate attendibili, affinché siano meno evidenti.

Infine, gli utenti e gli amministratori di pagine che pubblicano o condividono fake news vengono informati direttamente da Facebook sull’inattendibilità delle notizie. Entrambe le categorie ricevono un messaggio, a volte anche nel momento stesso della condivisione se la notizia è già stata contrassegnata.

Perché la disinformazione su Facebook?

Viene da chiedersi perché ci sia così tanta disinformazione su FB. Il problema è duplice: da un lato troviamo i colpevoli inconsapevoli, cioè chi condivide una fake news senza saperlo, dall’altro abbiamo i creatori di bufale veri e propri, che normalmente hanno due tipi di motivazioni:

  • Ci sono i profili che cercano di manipolare l’opinione pubblica tramite la disinformazione (vedi le foto di presunte navi stracolme di immigranti in partenza per l’Italia, modificate ad arte e pubblicate fuori contesto per fomentare il razzismo e il malcontento).
  • E poi ci sono quelli che guadagnano grazie alle bufale, ad esempio con il clickbaiting o con truffe più articolate e pericolose come i siti di phishing.

In ogni caso, la disinformazione non è mai il frutto di una svista, ma la conseguenza di un’operazione intenzionale o di una cattiva pratica della professione giornalistica. In entrambi i casi, è nell’interesse di tutti contribuire alla creazione di una Rete sana e pulita segnalando le fake news online e i profili falsi.

COVID-19, fake news e Facebook

Ora come ora, il tema più cercato online rimane il coronavirus. Un altro metodo effettivo per contrastare l’ondata di false informazioni su questo argomento così importante è fare riferimento a fonti ufficiali.

Facebook, ad esempio, ha creato un Centro informazioni sul coronavirus, al quale vengono indirizzati gli utenti che fanno ricerche su questo argomento. Lo stesso procedimento dovremmo applicarlo tutti alle questioni più importanti, cercando di risalire sempre alla fonte delle notizie che leggiamo e selezionare solo quelle attendibili e, quando possibile, ufficiali.

A questo proposito, uno strumento utile è il documento dell’Unione Europea “Come riconoscere le notizie false” (scarica il PDF), che riassume in modo semplice e chiaro i principi base del buon uso dell’informazione.

Infine, ti ricordiamo che molte false notizie legate alla COVID-19 fanno parte di operazioni criminali più complesse, ad esempio rimandano a siti di phishing o vengono inviate per email per indurre a fare clic su allegati infetti da malware. Per approfondire questo argomento, leggi il nostro articolo sulle truffe legate al coronavirus.

Due semplici soluzioni tecnologiche

Saper riconoscere le fake news e utilizzare le funzionalità di Facebook sono le basi per informarsi su questa piattaforma in modo sicuro. Più in generale, ti consigliamo di adottare due soluzioni di sicurezza semplici ed efficaci:

  1. Scarica un antivirus leggero e potente per proteggerti dalle minacce diffuse insieme alle fake news sui siti e nei messaggi di phishing.
  2. Installa l’estensione per browser NewsGuard, che ti aiuta a riconoscere le notizie attendibili su Facebook contrassegnandole con uno scudo verde. Ad esempio, se cerchi la pagina Facebook di Internazionale, noterai che il simbolo verde compare in diversi punti della pagina: nel pulsante delle informazioni, accanto al link esterno e a fianco del titolo di ogni notizia. Questo succede perché Internazionale è una testata seria e le sue notizie sono attendibili.

Al contrario, se ad esempio cerchiamo su Google “coronavirus 5G chinese”, ecco spuntare tra i risultati en.people.cn, una pagina cinese in lingua inglese che non comunica chiaramente il proprio rapporto con il governo cinese e non rispetta le norme di buona comunicazione giornalistica online. In questo caso, accanto al link compare uno scudo rosso e se posizioniamo il puntatore del mouse su di esso, possiamo leggere i dettagli sul perché la fonte è considerata inaffidabile.

In conclusione, la Rete è un luogo pieno di informazioni false ma anche di strumenti e iniziative geniali che ci aiutano ogni giorno a navigarla in maggiore sicurezza e utilizzarla per mille scopi diversi, tra cui forse il più importante rimane appunto l’informazione.

Non perdiamoci d’animo, impariamo a riconoscere le fake news su Facebook e gli altri social network e continuiamo a goderci il buono di Internet, che per fortuna continua a superare di gran lunga il lato oscuro del Web.

Buona navigazione e buona caccia alle fake news su Facebook!

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