Da strumento di democratizzazione delle decisioni a veicolo perfetto per le frodi online. Scopri come funzionano le truffe rug pull.

Quello delle criptovalute è un universo vasto, con molte zone d’ombra e un bassissimo livello di regolamentazione, per cui le truffe ai danni dei piccoli investitori sono sempre più frequenti. Una delle strategie criminali più semplici ed efficaci è la cosiddetta rug pull, sempre più spesso utilizzata con token e NFT.

Il problema di queste truffe è duplice: da un lato le persone non sono abbastanza informate e dall’altro mancano dei meccanismi di sicurezza e protezione del mercato che impediscano ai cybercriminali di realizzare questo tipo di truffe su larga scala.

In questo post vediamo cosa sono le truffe basate sui token e alcuni consigli per non farsi raggirare ed esplorare il mondo delle crypto in sicurezza. Continua a leggere!

Cosa sono i token

Non è possibile dare una definizione univoca dei token, in quanto vengono utilizzati in vari modi nel mercato delle criptovalute e dei progetti di DeFi, anche come vere e proprie monete. In teoria, un token è diverso da una criptovaluta perché non può essere minato e viene sempre creato su blockchain già esistenti. In pratica, però, molti token vengono creati e scambiati con fini speculativi proprio come se fossero delle valute, per cui dal punto di vista funzionale token e criptomonete a volte si sovrappongono.

Di base, un token è una sorta di gettone virtuale, scritto digitalmente su una blockchain, che serve per quantificare e ripartire beni intangibili. Ad esempio, un utilizzo legittimo dei token è quello di suddividere il potere decisionale (come se fossero le azioni di una società) tra varie persone, in maniera che l’opinione di ognuna di esse sia comparabile con quelle degli altri: più token hai, più pesa la tua decisione.

Finora, i token sono stati utilizzati quasi esclusivamente per finanziare progetti DeFi. Molte aziende presentano online il progetto di un’app o di un servizio e per finanziare la fase iniziale di lancio e sviluppo tecnologico creano un certo numero di token, mettendoli in vendita. Gli investitori che credono nel progetto acquistano i token e quando l’app sarà pronta, potranno utilizzarli al suo interno o per acquisire servizi correlati, ovviamente con un vantaggio rispetto al semplice utente finale. Il problema però è che molti di questi progetti sono solo delle scuse per accumulare denaro velocemente, ovvero delle cryptotruffe in piena regola.

Molte aziende presentano il progetto di un’app e lo finanziano mettendo in vendita dei token.

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Come funzionano le truffe con i token

Sfruttando l’entusiasmo del mercato e la mancanza di regolamentazione sono stati lanciati molti progetti inesistenti, con cui i truffatori si sono arricchiti rapidamente per poi sparire nel nulla. Questa, in gergo, è una truffa rug pull, ovvero una frode in cui i token vengono venduti e poi all’improvviso, quando viene “scrollato il tappeto”, si scopre che sotto non c’è niente.

Non c’è nessuna azienda, nessun progetto, né app né sviluppatori. Il truffatore ha creato dei token inutili e senza valore reale, non vincolati a un’attività esistente, li ha venduti durante un drop iniziale, ha intascato denaro reale o altre criptovalute e poi si è dileguato nel nulla.

Gli utenti che ci sono cascati hanno perso tutti i soldi investiti e non possono recuperarli, perché tecnicamente il truffatore non ha commesso un reato: è come se gli investitori avessero creduto e sostenuto un progetto che alla fine non ha visto la luce.

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Minecraft, Meta e altre truffe su larga scala

La prima condizione per rendere possibile una truffa basata sui token è creare entusiasmo nel pubblico. Affinché la truffa sia redditizia, ci vuole un buon numero di persone disposte a “investire” e comprare centinaia o migliaia di euro in token.

A volte basta una buon partner di marketing digitale e un uso attento dei social, ma in generale c’è un elemento che fa la differenza: associare i token a un progetto conosciuto da tutti, ad esempio al nome famoso di una Big Tech.

È proprio così che hanno fatto i truffatori delle frodi con i finti token di Meta e Minecraft, che in questo modo sono riusciti a raggirare migliaia di risparmiatori in tutto il mondo. La cosa incredibile è che nel momento in cui è stato annunciato il metaverso di Meta (anteriormente conosciuta come Facebook), i cybercriminali ne hanno approfittato per realizzare molte truffe contemporaneamente, e tutte queste azioni sono riuscite alla perfezione.

Le persone hanno acquistato token che speravano di poter utilizzare nel gioco di Minecraft o nel metaverso di Meta, oppure di poter rivendere in futuro a un prezzo molto più alto registrando un buon guadagno in percentuale. Invece, dopo poco tempo si sono resi conto di essere stati truffati e che il team del progetto era scomparso senza lasciare nessuna traccia.

Nel mondo delle crypto le informazioni sono la risorsa più importante di tutte.

Come difendersi dalle truffe con i token

Informarsi, informarsi e ancora informarsi. Nel mondo delle crypto le informazioni sono la risorsa più importante di tutte e sono l’unico elemento che permette di riconoscere un progetto autentico e interessante.

Tanto per cominciare, bisogna diffidare dei progetti lanciati da aziende sconosciute, senza un background e una traiettoria professionale minimante credibili. Poi, bisogna informarsi a fondo sui membri dell’azienda: chi sono, cos’hanno fatto finora, dove hanno lavorato e così via. È importante trovare informazioni su siti di terze parti, che siano obiettivi, e non ci si può basare sulle informazioni biografiche pubblicate sul sito del progetto.

Un’altra cosa a cui fare attenzione è la cura con cui viene lanciato il progetto. Un sito tradotto male o descritto in maniera frettolosa o vaga sono tutti campanelli di allarme, per cui diventa necessaria un’analisi più approfondita.

Inoltre, dato che in alcuni casi i criminali si sono affidati a degli influencer per promuovere il lancio dei token, è meglio non fidarsi ciecamente di youtuber e altre personalità del web, perché potrebbero essere “complici” dei truffatori (come nel caso di alcuni membri del FaZe Clan).

Infine, diffida dei progetti con informazioni poco precise, ad esempio sulla timeline dello sviluppo di un’app o, al contrario, che promettono grandi guadagni a breve termine. I progetti seri sono spiegati bene, sono supportati da team di professionisti con un curriculum verificabile e sono sempre trasparenti.

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Buona navigazione e buona difesa dalle truffe con i token!