Fino a pochi anni fa, la sigla IOT veniva utilizzata solo dagli esperti di informatica, mentre oggi se ne sente parlare sempre più spesso. Internet of things, letteralmente l’Internet delle cose, non è più una possibilità remota, ma il futuro dei prossimi mesi e anni. Che cos’è cambiato? Che cosa ha reso possibile questo salto in avanti?

Da un lato, l’evoluzione tecnologica ha permesso l’integrazione della connettività in moltissimi macchinari e dispositivi e, contemporaneamente, la velocità delle connessioni a Internet è aumentata tantissimo, fino a poter supportare i volumi di traffico necessari per l’IOT. Di fatto, possiamo dire che la vera, grande svolta che rende possibile l’Internet of things è la diffusione della fibra ottica e, soprattutto, l’avvento del 5G.

Fatto sta che l’IOT è già una realtà e dobbiamo iniziare a trattarlo come tale, come ammonisce Mark Hung, ex VP di ricerca di Gartner, in questo interessante podcast sul presente dell’IOT.

Inoltre, le rivoluzioni tecnologiche comportano sempre una serie di difficoltà dal punto di vista della sicurezza. In questo caso, la prossima diffusione dell’IOT solleva una serie di preoccupazioni sia per le aziende che per i singoli utenti.

In questo post vedremo cos’è l’Internet delle cose, quali sono le applicazioni più interessanti al momento e i problemi di sicurezza che comporta.

Che cos’è l’IOT?

Con il termine Internet of things, Internet delle cose, si intende l’estensione della connessione a Internet al mondo degli oggetti, in particolare a tutti i dispositivi dotati di componenti elettronici.

Le applicazioni dell’Internet of things sono tantissime, dalla mobilità alla medicina fino alla produzione industriale. Ecco alcuni esempi di ambiti applicativi che dimostrano quanto l’IOT rivoluzioni il mondo che conosciamo:

  • Elettrodomestici e case intelligenti
  • Veicoli autopilotati
  • Infrastrutture pubbliche delle città (smart city)
  • Automatizzazione della produzione industriale e dei processi aziendali (approvvigionamento, inventario, controlli di qualità ecc.)
  • Controllo di sistemi di videosorveglianza
  • Elettrodomestici e case intelligenti
  • Chirurgia a distanza mediante robot

L’elenco potrebbe andare avanti all’infinito. Di fatto, oggi qualunque dispositivo a cui sia possibile aggiungere un chip può essere collegato alla rete. Questa pervasività di Internet apre le porte a un futuro di comodità, un futuro smart, come piace chiamarlo ai fan più entusiasti delle nuove tecnologie.

Tuttavia, un mondo smart è anche più complesso e difficile da gestire. La grande quantità di dispositivi connessi a Internet e che comunicheranno tra loro comporta una serie di problemi a livello di sicurezza, che gli esperti di cybersecurity hanno già iniziato a risolvere mentre, come al solito, i cybercriminali hanno già cominciato a sfruttarli.

IOT e sicurezza

Come spesso succede nel caso delle grandi rivoluzioni tecnologiche, le vulnerabilità dei nuovi processi coincidono con i punti di maggiore innovazione. Tanto per fare un esempio, uno dei grandi pregi dell’Internet delle cose è la possibilità di controllare da remoto un dispositivo che si trova in casa, in ufficio o in un altro paese. Allo stesso tempo, però, questa connettività fa sì che i dispositivi connessi siano vulnerabili ad attacchi di cybercriminali, il che si traduce in un maggior numero di punti di accesso per le minacce digitali.

Ecco gli aspetti che dovremo tenere sotto controllo negli anni a venire, se vogliamo goderci il buono dell’IOT senza che ci si ritorca contro:

  • Sicurezza di reti e sottoreti. Il mondo dell’IOT sarà popolato da vari livelli di reti, il cui livello di complessità renderà necessaria una gestione molto accorta della sicurezza e della connessione. Non è escluso che i principali protocolli di rete attuali risultino obsoleti e insufficienti nei prossimi anni.
  • Accesso. La protezione degli accessi mediante autenticazione a due fattori e le nuove tecnologie di sicurezza come gli scanner biometrici saranno una priorità assoluta. Il concetto stesso di ID e password non è più sufficiente ed è sempre più difficile da gestire per utenti con decine di account e dispositivi connessi.
  • Criptazione. La comunicazione dei dati dovrà essere sempre cifrata e i sistemi di crittografia dovranno evolversi per soddisfare standard di sicurezza più elevati.
  • Big data. 5G e IOT significano volumi di dati ancora più grandi. La gestione di queste masse di dati è impensabile senza nuovi sistemi di analisi intelligente, ad esempio tramite la edge intelligence. Allo stesso tempo, la delocalizzazione di dati e analisi comporta problemi di sicurezza, nonché questioni di tipo etico: ad esempio, chi potrà analizzare i dati di utilizzo degli elettrodomestici connessi a Internet e per quali scopi?
  • Aggiornamenti di software, firmware e sistemi di sicurezza. Sembra un concetto scontato, ma non lo è affatto. Più dispositivi e sistemi significano anche più aggiornamenti critici da gestire e programmare, soprattutto per le aziende. Di fatto il problema è ancora più concreto per le PMI, che non possono investire in veri e propri programmi di gestione informatica.
  • Sicurezza dei dispositivi mobili. Infine, eccoci arrivati al tallone di Achille per eccellenza dell’IOT, la vulnerabilità numero 1 dei sistemi informatici del nuovo decennio: gli smartphone. Se i dispositivi mobili diventano i telecomandi con cui controlliamo il mondo che ci circonda, cosa succede se vengono hackerati o se semplicemente li perdiamo o ci vengono rubati? E quando uno di questi sfortunati eventi si verifica all’interno di una grande rete, ad esempio l’azienda in cui lavori o il condominio o, addirittura, la rete pubblica della città in cui vivi? Di chi è la responsabilità e come si fa a riparare i danni?

Tutte queste domande dimostrano una sola cosa: l’IOT è già una realtà ed è arrivato per trasformare il mondo che conosciamo e il modo in cui interagiamo con esso. Per gestirlo al meglio, avremo bisogno diIOT, perché dovranno essere alla portata di tutti gli utenti.

Peraltro, all’utente finale saranno richieste maggiori competenze tecnologiche rispetto al passato. Dato che stiamo mettendo in rete enormi volumi di dati, la sicurezza sarà sempre di più una priorità negli anni che verranno e ognuno di noi dovrà assumersi più responsabilità al riguardo.

In parole povere, tra cinque anni nessun cittadino potrà più permettersi il lusso di dire “non sopporto la tecnologia, non voglio neanche sapere come funziona”.

Tutto e tutti saremo connessi, per cui dovremo fare attenzione a come entriamo e usciamo da Internet e a come utilizziamo i nostri dispositivi. Inizia subito a prendertene cura: scarica il software di cybersicurezza di Panda e proteggi il tuo smartphone.

Buona navigazione alla scoperta dell’Internet delle cose!