Facciamo il punto su Immuni, l’app di contact tracing per l’emergenza Covid-19.

Immuni è il nome dell’app per smartphone che l’Italia sta sviluppando per mappare i contagi e portarci nella tanto agognata fase 2 della lotta contro la pandemia di Covid-19. Che cosa sappiamo finora di quest’app che tarda tanto ad arrivare, al punto che il premier Conte nel suo discorso del 26 aprileº non l’ha neanche menzionata?

Le domande e i dubbi sono tanti e ragionevoli. Immuni è sicura? Servirà a qualcosa? Finiremo per essere spiati dal governo o, peggio ancora, da imprese private? Quali dati verranno raccolti? Dove finiranno? E ancora, l’utilizzo sarà obbligatorio?

In questo post parliamo di cosa possiamo aspettarci dall’app Immuni, smentendo qualche fake news che ha già iniziato a diffondersi e facendo il punto sull’aspetto che più ci interessa: la sicurezza per l’utente finale.

Cos’è Immuni?

Immuni è il nome dell’app di tracciamento dei contagi della pandemia Covid-19, la malattia causata dal virus SARS-CoV-2. Originariamente, l’app è pensata per essere installata sugli smartphone. L’app sarà sviluppata dall’azienda Bending Spoons, con sede a Milano.

Come funziona Immuni?

L’app utilizza la tecnologia Bluetooth per registrare i possibili casi di contagio: quando il nostro telefono si avvicina a un altro smartphone su cui è installata l’app e si trova a meno di 2 metri di distanza per oltre 15 minuti (la soglia di contagio definita dal commissario straordinario Arcuri), se l’altra persona è positiva al coronavirus, scatta l’allarme. A quel punto, riceveremo un avviso e potremo inviare i dati al database centrale affinché le autorità sanitarie possano mettersi in contatto con noi.

Non è ancora chiaro cosa succederà esattamente in seguito all’avviso di potenziale contagio, ciò che invece è chiarissimo è che il governo ha scelto un modello di funzionamento più sicuro per la privacy, cioè quello delocalizzato: finché l’utente non riceve un messaggio di allarme, i dati vengono mantenuti solo sul telefono e, dopo un certo periodo di tempo, vengono cancellati.

Cosa ancora più importante, l’app funzionerà con la tecnologia Bluetooth invece che con il GPS, che avrebbe significato tutto un altro modello di tracciamento, in quel caso continuo e più invasivo. Purtroppo, la scelta del Bluetooth ha anche i suoi lati negativi, primi tra tutti i potenziali falsi positivi e negativi. Questa tecnologia risente dei materiali e di altri elementi che possono interferire con il segnale e si possono dare casi di mancato rilevamento di potenziali contagi o viceversa (falsi negativi e positivi).

Chi deve utilizzarla? Immuni è obbligatoria?

No, Immuni non sarà obbligatoria. D’altro canto, affinché il metodo di tracciamento dei contagi sia efficace, è necessario che l’app venga installata e utilizzata correttamente da almeno il 50% per cento della popolazione. Il Governo ha già disposto una campagna di sensibilizzazione su questo argomento. In ogni caso, l’installazione dell’app è assolutamente volontaria, così come l’invio dei dati in caso di potenziale contagio.

Perché Immuni?

L’app Immuni serve a tracciare i contagi per isolare i nuovi casi ed evitare potenziali focolai come nel Nord Italia a febbraio (con le dolorose conseguenze che tutti conosciamo).

L’utilizzo di un’app di contact tracing (monitoraggio dei contatti) è stato sperimentato con successo in Asia e ha dimostrato di essere un metodo efficace a supporto dell’uscita progressiva dall’isolamento.

Il punto è che la cosiddetta fase 2 che tutti aspettiamo è un momento molto delicato; se riuscissimo a rintracciare i casi asintomatici, dovremmo essere in grado di mantenere basso l’indice di contagio ed evitare nuove impennate come in Germania.

Quando sarà disponibile?

Ancora non sappiamo quando sarà pronta l’app Immuni. L’idea è che sia operativa quando inizierà la fase 2, ma ultimamente il Governo sta dando meno informazioni di quelle che ci aspetteremmo.

Una possibile causa è l’ostilità con cui è stata recepita l’app fin dall’inizio e le polemiche tuttora accese intorno al presunto pericolo per la sicurezza e la privacy degli utenti. Per questo motivo, gli sviluppatori e le aziende dei sistemi operativi Android e iOS (cioè Google e Apple) stanno valutando diverse opzioni.

Probabilmente, l’app conterrà anche altre funzionalità oltre al tracciamento vero e proprio, ad esempio l’accesso a consulti medici online e altri servizi utili al monitoraggio remoto dei sintomi, ma per ora si tratta solo di congetture.

Sicurezza e privacy, c’è da preoccuparsi?

L’Italia sta facendo le cose piuttosto bene, inoltre il nostro sistema giuridico è ancora un po’ più libertario rispetto a quello di certi paesi asiatici o degli Stati Uniti, per cui in linea di massima e almeno per il momento possiamo stare tranquilli:

  • L’app Immuni sarà basata sul Bluetooth e non sul GPS, per cui non saranno tracciati gli spostamenti delle persone, ma solo i momenti di contatto con un caso positivo.
  • La comunicazione dei dati e l’installazione sono volontarie. Nessuno ti obbliga a fare niente (ma è una buona idea partecipare).
  • I dati vengono salvati localmente sullo smartphone di ciascun utente, e vengono inviati a un database centrale solo per l’elaborazione in caso di potenziale contagio.
  • Il database centrale sarà ospitato sul cloud per rafforzare ulteriormente la sicurezza, e sarà distribuito.
  • I dati sull’utente saranno resi sicuri con un protocollo di crittografia.
  • L’identità dell’utente è protetta mediante l’uso di un ID (pseudonimizzazione).

Conclusioni

Basandoci sulle informazioni in nostro possesso, possiamo dire che l’app Immuni sarà sicura e non invadente. Se l’idea di avere un’app che registra potenziali contagi ti fa paura, allora faresti meglio a controllare le impostazioni della cronologia della posizione in Google: è abbastanza probabile che tu non le abbia mai modificate, il che significa che Google registra tutti i tuoi movimenti da mesi.

Inoltre, per quanto riguarda la privacy dei dati, Immuni utilizzerà i sistemi di crittografia che rendono sicura la comunicazione di app come WhatsApp o Telegram, di cui ci fidiamo quasi tutti da anni. Nel complesso, quindi, si tratterà di un’app piuttosto sicura, a meno che la versione finale non possegga altre funzioni e gli sviluppatori non decidano di autorizzare trattamenti dei dati meno limpidi.

Uno scenario differente, ad esempio, potrebbe essere quello in cui l’app si collega a uno smartwatch di uso obbligatorio per monitorare le costanti vitali come la temperatura e la frequenza cardiaca, e l’ubicazione dell’utente.

Per fortuna, siamo ancora molto lontani da una prospettiva simile, che assomiglia di più alla trama di un romanzo distopico. L’importante, come sempre, è rimanere attenti ed essere coscienti delle implicazioni per la nostra privacy e la nostra sicurezza informatica. Come ha detto Luigi De Magistris, sindaco di Napoli: “l’app preoccupa se diventa solo uno strumento per controllare la libertà e i movimenti degli italiani. Se invece diventa uno strumento con garanzie costituzionali certe, gestito da un’autorità indipendente […] allora può essere uno strumento tecnologico utile”.

Piuttosto, se decidi di installare Immuni, pensa a come puoi contribuire a rendere sicuri i tuoi dati e quelli delle altre persone: installa un potente antivirus per Android e proteggi il tuo smartphone, ora più importante che mai.

Buona navigazione e buon contact tracing con Immuni!

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