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Dal clic alla conversazione: il futuro dei browser con l’AI

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Scopri come l’intelligenza artificiale sta trasformando i browser e internet: vantaggi, sfide per la SEO e nuove implicazioni per la privacy.

In principio era il clic: annunci, link, mille schede aperte all’interno di una finestra, fino al punto di non riuscire più a leggere l’intestazione. Poi, per fortuna, arrivarono gli LLM di intelligenza artificiale e piano piano tutto cominciò a cambiare…

Questo potrebbe essere l’inizio della storia dei browser così come la racconteranno tra qualche anno, sottolineando il grande momento di svolta in cui la navigazione passò da essere un’attività quasi passiva a una vera e propria conversazione, mentre il web sembrava addirittura prendere vita.

Siamo davvero di fronte a un cambiamento epocale? Probabilmente sì, e non solo dal punto di vista dell’esperienza di utilizzo o delle potenzialità, ma anche da quello economico e della sicurezza informatica, come vedremo in questo post dedicato al futuro della navigazione e dei browser.

In questo articolo:

Buona lettura!

Come sta cambiando la navigazione con l’AI

Il concetto di browser non è cambiato per molti anni, da quando apparvero per la prima volta Netscape, Opera e infine Explorer, ma da poco è iniziata una rivoluzione a causa dell’intelligenza artificiale generativa e dell’integrazione in pressoché tutte le applicazioni informatiche.

Moltissimi programmi ormai integrano un assistente virtuale basato su un LLM (Large Language Model) come ChatGPT o Gemini. Quello che ancora non abbiamo visto e che sta per arrivare è la fusione tra browser e assistente AI.

Alcuni esempi in versione beta o early access sono Dia e Perplexity Comet, nuovi concept di browser in cui la navigazione non è più lineare, ma un dialogo con il copilota intelligente che spiega, riassume, propone, legge, traduce, visualizza, scrive e così via.

Insomma, un’esperienza sempre più immersiva, intelligente e interattiva, in cui il web diventa una realtà fluida ma meno visibile direttamente (poi vedremo perché questo è un problema per la SEO, per Google e quindi per tutti gli utenti finali e i publisher di contenuti).

Come si finanzierà internet senza la SEO? Cosa faranno i browser AI-first con tutte le informazioni che possono raccogliere sull’utente?

I nuovi browser AI-first

Questo nuovo concetto di browser, che da navigatore diventa una specie di ambiente vivo e cosciente, che interagisce con l’utente, è stato chiamato browser AI-first, ovvero un navigatore incentrato sull’intelligenza artificiale.

Abbiamo già accennato a Dia, per ora disponibile solo per macOS, e Comet di Perplexity, ancora in fase beta e disponibile su invito, ma c’è anche Aria di Opera e in cantiere ci sono molti altri progetti, tra cui sicuramente un browser di OpenAI, i creatori di ChatGPT, nonostante l’azienda non abbia né confermato né smentito la notizia.

Ecco cosa fanno i nuovi browser:

Insomma, l’intelligenza artificiale si sta spostando verso un terreno che sembra il suo habitat naturale, ovvero la navigazione web e le ricerche online, e promette di rivoluzionare davvero il modo in cui usiamo e viviamo internet.

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Cosa cambia per l’utente

A prima vista, potrebbe sembrare che questo cambio di paradigma porti solo vantaggi per gli utenti finali, ma non è così. Andiamo a vedere come cambierà l’esperienza di navigazione per le persone, cosa ci guadagneranno e cosa potrebbero perdere.

Novità della navigazione:

Come si vede, si aprono mille scenari possibili che integreranno e sostituiranno la navigazione così come la conosciamo, e di cui per adesso possiamo solo prevedere gli inizi.

Contemporaneamente, il cambio di modello e di esperienza presenta due grandi interrogativi: come si finanzierà internet senza la SEO, la pubblicazione di contenuti e la pubblicità online? Cosa faranno i browser con tutte le informazioni che possono raccogliere sull’utente, dalle ricerche e dai siti visitati fino ai dati inseriti e ai messaggi scritti online?

Implicazioni finanziarie per il web dei contenuti

Il web che conosciamo si basa fondamentalmente su tre categorie di soggetti:

Se la navigazione diventerà un’esperienza fluida e conversazionale, i contenuti in senso stretto non verranno più consumati direttamente dalle persone, ma prima dovranno essere inglobati nel set di dati del modello di AI, digeriti e usati per fornire risposte.

Questo significa che gli inserzionisti non avranno più interesse a spendere migliaia (o milioni) di euro negli annunci, semplicemente perché nessuno visiterà più la pagina, ma chiederà all’AI di cercare, riassumere e spiegare.

Questo cambiamento sta già avvenendo, e ultimamente sta facendo tremare tutti coloro che lavorano direttamente o indirettamente con la SEO – l’ottimizzazione delle pagine per i motori di ricerca – e con la pubblicità online.

Ancora non si sa come finirà, ma una cosa è certa: la SEO e la monetizzazione dei contenuti online come le conosciamo ora sono destinate a cambiare ed evolvere verso un modello più orientato all’AI. Qualcuno parla già di AIO, ovvero Ottimizzazione per l’Intelligenza Artificiale (e non più per i motori di ricerca tradizionali).

Tra le possibili conseguenze, potremmo assistere a un cambiamento nel modo di produrre e scrivere contenuti, che diventeranno più orientati alla risposta diretta alle domande in stile conversazionale, mentre parallelamente potrebbero sorgere nuovi modelli di monetizzazione, come la condivisione delle entrate, le partnership o un ritorno dei contenuti esclusivi di qualità, che in parte è già avvenuto nella stampa online degli ultimi due anni.

Il problema più grande e concreto che bisognerà gestire sarà il trattamento dei dati inseriti nei prompt, perché quello che scriviamo dice moltissimo di noi.

Sfide per la privacy

Come dicevamo, il secondo grande punto interrogativo è la questione della privacy e della sicurezza degli utenti. Un browser che interagisce con te è come un copilota o un assistente, ma gli assistenti da che mondo è mondo sanno molte cose sui loro capi, spesso anche troppe…

Il rischio più grosso è un’inversione di tendenza a livello di privacy utente: dopo anni di lotte per l’abbandono dei cookie di terze parti e del profiling, rischiamo di inoltrarci in una nuova era di profilazione avanzatissima, in cui il browser AI-first (e i suoi partner commerciali) sapranno tutto di noi e potranno ottimizzare al massimo la comunicazione per renderla estremamente persuasiva.

Alcuni esperti di AI e sicurezza hanno proposto di puntare fin da subito su soluzioni decentralizzate, come LLM locali che funzionano a livello di dispositivo, e sull’integrazione by design della privacy e della sicurezza, ad esempio utilizzando sistemi di crittografia end-to-end per tutte le applicazioni e le attività del browser.

Il problema più grande e concreto che bisognerà gestire sarà il trattamento dei dati inseriti nei prompt: quello che scriviamo dice moltissimo di noi e non solo in relazione al tipo di giacca o di libro che vogliamo comprare, ma su come pensiamo, come ci sentiamo e molto altro ancora.

Il futuro prossimo della navigazione

Alla luce di tutte queste novità e dei prossimi cambiamenti, proviamo a fare qualche previsione su cosa ci aspetta nei prossimi 5 anni della navigazione e dei browser:

1. Browser multimodali

La navigazione integrerà testo, voce, immagini e video in un unico flusso interattivo. Potrai descrivere un problema a voce, ricevere una spiegazione scritta e un video dimostrativo, senza cambiare finestra o applicazione.

2. Interfacce vocali e immersive

L’interazione passerà sempre più dalla tastiera alla voce e ai gesti, con interfacce ottimizzate per visori AR/VR e dispositivi mobili. Questo renderà il browser più accessibile e naturale da usare, soprattutto durante gli spostamenti.

3. Assistenti personali sempre attivi

Non si limiteranno a rispondere a richieste, ma monitoreranno in background le attività per anticipare i tuoi bisogni: creare documenti, avvisarti di scadenze, cercare informazioni utili prima che tu le chieda.

4. Maggiore competizione tra assistenti AI e nuovi modelli di business

Gli sviluppatori di browser sperimenteranno diversi approcci: AI proprietarie, AI open source, modelli ibridi… Parallelamente, vedremo sicuramente un aumento dei servizi premium, soprattutto nel campo dell’editoria, del giornalismo e dell’arte (film e musica in primis).

5. Navigazione predittiva e contestuale

Il browser analizzerà il contesto di ciò che stai facendo per suggerire in tempo reale collegamenti, risorse, strumenti o contatti rilevanti. Ad esempio, leggendo un articolo su un argomento tecnico, potresti ricevere schede di approfondimento o corsi consigliati direttamente a lato della pagina.

Insomma, stiamo passando da una navigazione lineare e ben incanalata – che ha fatto la fortuna delle Big Tech e delle reti pubblicitarie come Google – a un’esperienza del tutto diversa: una vera e propria interazione con il web, anche se mediata da un assistente di AI.

Tra benefici e rischi, come sempre, dovremo aspettare qualche anno prima di capire cosa avremo guadagnato e cosa avremo perso. Tuttavia, in qualità di organizzazione di sicurezza informatica, ci facciamo già una domanda un po’ scomoda: vogliamo un browser che ci guidi o preferiamo continuare a guidare noi?

In questo articolo abbiamo visto in che modo l’intelligenza artificiale ha iniziato a cambiare la navigazione web, i browser e i motori di ricerca. Abbiamo visto alcune soluzioni e prototipi – ancora poco accessibili – e abbiamo parlato dei vantaggi e degli svantaggi per gli utenti, per le aziende e per tutto l’ecosistema di internet così come è stato strutturato finora.

Il mondo della tecnologia continua a cambiare e i prossimi anni si preannunciano interessanti da tutti i punti di vista, anche se dovremo sicuramente fare attenzione alla nostra privacy e alla sicurezza dei nostri dati.

E a te piacerebbe usare un nuovo browser AI-first? Cosa ne pensi delle novità della navigazione e di come potrebbe cambiare internet? Faccelo sapere nei commenti!

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Buona navigazione e buona preparazione alla navigazione che verrà! 

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