Scopriamo chi sono i patent troll, che problemi creano e come difenderci

I patent troll, letteralmente i troll dei brevetti, sono imprese che non offrono nessun servizio o prodotto e si dedicano unicamente ad acquistare brevetti e denunciare altre aziende che li violano con i propri prodotti. Le aziende troll sfruttano le norme odierne del diritto industriale per spingere le PMI a pagare un risarcimento ed evitare cause legali troppo costose.

Com’è nato questo tipo di azienda fantasma? Chi sono i patent troll e che danni causano ai consumatori e alle imprese legittime? In questo post risponderemo a queste domande, con un occhio di riguardo alle implicazioni del patent trolling sulla libertà creativa.

Chi sono i patent troll?

Un troll è una figura fantastica, un mostro umanoide molto grande, forte e stupido. In Internet, questo termine è utilizzato per identificare chi si dedica a dare fastidio ad altri utenti, ad esempio nei forum o sui social. Patent, invece, in inglese significa brevetto. Quando parliamo di brevetti tecnologici, un patent troll è un’impresa che acquista brevetti da aziende in bancarotta, ricercatori e università, e poi cerca altre aziende i cui prodotti siano basati su tecnologie simili a quelle di tali brevetti. A questo punto contatta l’azienda minacciando azioni legali e richiede un risarcimento economico inferiore al costo di un eventuale causa in tribunale. Di solito, la piccola impresa non può permettersi le spese legali e accetta di pagare l’indennizzo.

Esempio di patent troll

Normalmente, i troll dei brevetti si accaniscono contro PMI e startup perché hanno meno risorse economiche, ma non mancano esempi di attacchi contro i giganti della tecnologia. È il caso delle cinque aziende americane che all’inizio del 2019 hanno denunciato Apple per violazione dei brevetti di alcune tecnologie per il 4G. In realtà, si tratta di tecnologie talmente fondamentali da essere riconosciute nel regime FRAND (fair, reasonable and non-discrimatory) istituito dagli organismi di controllo, in questo caso americani, per proteggere lo sviluppo tecnologico ed evitare casi come questo.

Il punto è che nel mondo digitale contemporaneo quasi tutte le nuove tecnologie si basano su altre precedenti, soprattutto nelle telecomunicazioni. A nessuno verrebbe mai in mente di denunciarti perché hai un sito Internet costruito in HTML, giusto? Sbagliato, in passato ci sono stati casi di patent troll che hanno denunciato in massa tutte le aziende che possedevano uno scanner o utilizzavano le email!

Cause del problema del patent trolling

I brevetti nascono per proteggere la proprietà intellettuale e lo sforzo creativo delle persone. Senza di essi pochi si dedicherebbero anima e corpo a trovare soluzioni alternative e proporre nuove tecnologie alla società. Purtroppo, la legislazione ha molti vuoti legali in questo senso e i patent troll ne approfittano. Questo è vero soprattutto negli Stati Uniti, in cui la decisione finale del tribunale dipende da una giuria e dal giudice (in base al loro sistema giuridico, il common law), con cui è più probabile che cause assurde come quella citata vengano accolte. Basta trovare il giudice sbagliato, o quello più facile da corrompere…

Andando più nello specifico, possiamo elencare le seguenti cause del patent trolling:

  • Mancanza di normative chiare e condivise su scala mondiale riguardo all’utilizzo di brevetti.
  • Brevettazione di elementi progettuali minori, come le caratteristiche estetiche o il sistema di feedback sensoriali di un dispositivo.
  • I brevetti possono essere venduti a imprese o soggetti che non li utilizzano per la progettazione o la produzione.
  • Le neoimprese non conoscono il problema e non si occupano degli aspetti legali della propria attività, in particolare della potenziale violazione dei brevetti.

Chi sono le vittime dei patent troll?

Come abbiamo visto, queste aziende fantasma prendono di mira un po’ tutti, ma in termini statistici i soggetti più colpiti sono le PMI, soprattutto le startup tecnologiche e i liberi professionisti. Questi devono sostenere un carico di lavoro enorme durante i primi anni della propria attività e spesso finiscono per tralasciare gli aspetti legali di diritto industriale, perché li sottovalutano e perché danno la priorità ad altri problemi più pressanti, come finanziamenti, marketing e così via.

Inoltre, questi soggetti sono i più colpiti perché sono potenzialmente più redditizi per i patent troll: le grandi imprese possono permettersi di affrontare una causa legale, una startup con pochi utili no.

Infine, indirettamente anche i consumatori sono vittime dei patent troll: quando un’azienda è costretta a pagare il risarcimento richiesto per non finire in tribunale, finisce per aumentare il prezzo di vendita dei propri prodotti o servizi per compensare le spese sostenute. Per cui, alla fine, il costo dell’attività predatoria dei troll di brevetti ricade sul consumatore.

Come difendersi dai patent troll

Fortunatamente, da quando è nato il fenomeno la comunità tecnologica e la società in generale hanno reagito con varie iniziative per combattere le ingiuste pretese di questi parassiti della creatività.

Sul versante normativo troviamo il regime FRAND, a cui abbiamo accennato prima e che si aggiunge ai brevetti SEP. La sigla SEP sta per Standard Essential Patent, cioè brevetti indispensabili per la produzione tecnologica.

A livello settoriale, invece, troviamo reti di aziende che mettono i propri brevetti a disposizione delle altre affiliate per proteggersi a vicenda dalla minaccia del patent trolling. Una delle più famose è la network LOT.

Quindi, tirando le somme, se hai una startup o una PMI, segui questi consigli per proteggerti dai patent troll:

  1. Fai una ricerca approfondita dei brevetti esistenti che potresti violare con la commercializzazione dei tuoi prodotti o servizi.
  2. Unisciti a una rete di aziende anti-trolling come LOT.
  3. Non sottovalutare le questioni legali e dedica loro una parte del tuo budget di tempo e denaro.
  4. Se vieni contattato da un patent troll, informati presso gli organismi del settore riguardo a eventuali ricorsi e cause in corso e richiedi il parere di un avvocato: molte richieste non hanno un fondamento giuridico solido, per cui non è detto che tu debba pagare.
  5. Se la reclamazione è legittima, scopri se altre attività simili alla tua hanno lo stesso problema e valuta la possibilità di sostenere la causa in gruppo.
  6. Informati regolarmente sugli sviluppi normativi del diritto industriale. Oggi le normative cambiano molto rapidamente, cercando di adattarsi alle nuove minacce allo sviluppo tecnologico.

Problemi di libertà creativa

Concludiamo con una breve riflessione sull’aspetto più immateriale del patent trolling, l’impatto negativo sulla creatività. È nell’interesse di tutti, aziende e consumatori, che inventori e ricercatori possano utilizzare il maggior numero di strumenti e tecnologie possibile. Molte grandi invenzioni che hanno migliorato vari aspetti della nostra vita non sarebbero state possibili senza l’utilizzo di altre tecnologie, basta pensare ai sistemi di depurazione e smaltimento rifiuti, ai progressi del settore automobilistico o a quelli dell’industria farmaceutica. Qualunque ostacolo all’innovazione è anche un freno allo sviluppo della nostra società.

Pertanto, se da un lato i brevetti sono necessari per proteggere e ricompensare l’attività creativa, dall’altro lato bisogna impedire che questo strumento si trasformi in un’arma a doppio taglio, rallentando l’innovazione e la diffusione di tecnologie utili per l’uomo e l’ambiente.

Per approfondire l’aspetto legale dei patent troll, leggi questo articolo sul diritto d’autore tra protezione e adeguamento.

Buona navigazione (grazie a tutti i brevetti che la rendono possibile)!

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